22/09/04

Intervista ad Andy Green, Sailing Coach e Tattico del Team di Cape Town


Andy Green è stato reclutato da team Shosholoza, per mettere l'esperienza accumulata in due Louis Vuitton Cup e la sua abilità di match racer, al servizio del team sudafricano per gli Atti del 2004.

D:Come sei entrato in contatto con Shosholoza?

Andy Green: Ho incontrato Geoff Meek all'Antigua Sailing Week e abbiamo parlato un po'. Qualche settimana più tardi, ho ricevuto una email da Paul Standbridge, nella quale mi chiedeva se fossi interessato a lavorare con il team. Così ho firmato e sarò a bordo per tutti i primi tre Atti del 2004.

D:L'ultima volta eri timoniere per un team nuovo, quello di GBR. Quali sono le differenze?

Andy Green: Questa campagna assomiglia a quella di GBR degli esordi; la differenza è che i velisti di Shosholoza hanno meno confidenza nelle loro capacità di quanta ne avessero gli inglesi. Questi sono i migliori velisti amatoriali del Sud Africa, e quelli erano tra i migliori velisti inglesi, famosi a livello internazionale. Uno dei miei compiti è far raggiungere ai ragazzi di Shosholoza qualche traguardo. È importantissimo e l'ho compreso durante la campagna di GBR. Raggiungere i traguardi aiuta la gente a sentirsi più sicura e più certa della destinazione finale. Inoltre, ogni giorno ci prefissiamo quello che noi chiamiamo il Golden Goal. Il nostro prodiere si chiama Golden Mgedeza, e lui è chiamato a farne diversi; per esempio l'altro giorno il golden goal era riuscire ad ammainare perfettamente lo spi. Il giorno prima, infatti, era sceso male ed era finito dietro la barca, in una perfetta ammainata in gommone.

D:Qual era il principale obiettivo del team a Marsiglia?

Andy Green: Finire tutte le regate. Per qualcuno è un obiettivo scontato, ma la difficoltà di queste barche sta nella loro complessità di gestione e nel fatto che richiedono un'enorme concentrazione e un incredibile sforzo fisico. Questi ragazzi hanno fatto soltanto 40 giorni di allenamento e per questo a me sembrano bravissimi. Il giorno che, durante le regate di flotta, siamo arrivati quarti, davanti alle due barche francesi, abbiamo superato le nostre migliori aspettative. Né io né altri nel team ci saremmo aspettati un miglioramento così rapido. Per noi, era come se avessimo vinto. È stato un momento speciale. La stessa sera, mentre riguardavamo il video, Paul Standbridge ha detto ai ragazzi: Non dimenticate questi momenti, perché non li rivivrete mai più. Voleva dire che quelle erano sensazioni uniche, perché legate ad un momento di esordio, che non sarebbe più tornato.

D:Team Shosholoza ha conquistato la simpatia generale in pochissimo tempo. Come te lo spieghi?

Andy Green: Il capo del nostro sindacato, il Comandante Salvatore Sarno, aveva detto: Dato che questa volta non riusciremo a portare l'America's Cup in Sud Africa, dobbiamo almeno portare un pezzetto d'Africa in America's Cup. Credo che queste parole riassumano perfettamente lo spirito del team. In termini di accoglienza non avevo mai visto niente del genere, neanche nelle due Coppe cui ho preso parte. Sembra che la gente capisca lo sforzo che c'è dietro questa campagna, la differenza di equipaggio, di look e di sentimenti, e che lo apprezzi. Non è normale vedere velisti di colore a bordo di una barca di ACC; la gente si ferma e ci guarda, e a noi piace essere riconosciuti!

D:Che programmi hai con il team?

Andy Green: Al momento sono impegnato soltanto fino al termine delle regate di Valencia. Certo, mi sono divertito talmente tanto, in queste settimane, che sarei tentato a continuare ma non abbiamo mai parlato di un ulteriore coinvolgimento. Fino ad oggi devo dire che mi sono trovato benissimo con i ragazzi e spero di essere stato loro d'aiuto. Da un punto di vista personale è molto gratificante poter lasciare il proprio segno su un team così giovane e fresco.

11/09/04

Marseille Louis Vuitton Act 1


Marseille Louis Vuitton Act 1 – L’inizio


Il Marseille Louis Vuitton Act è l’Atto di apertura della 32ma America’s Cup. Sei team (Alinghi, BMW ORACLE Racing, Emirates Team New Zealand, LE DEFI, K-Challenge e Team Shosholoza), rappresentanti cinque paesi, si affrontano nelle acque di Marsiglia. Sarà BMW ORACLE ad avere la meglio sugli avversari dopo una serie di regate, sia di match race sia di flotta.

Straordinario debutto dell'America's Cup in Europa

Il successo del Marseille Louis Vuitton Act è andato, infatti, ben oltre le migliori aspettative, con un consenso di team, pubblico e Media che può ben inorgoglire l'organizzazione.

Dopo 153 anni l'America's Cup arrivava in Europa e arrivava vestita completamente di nuovo. Si trattava, quindi, di una scommessa importante e delicata, perché in palio c'era il prestigio del più antico trofeo sportivo del mondo.

Le novità apportate dal Marseille Louis Vuitton Act sono state accolte con entusiasmo dai sei team partecipanti, veri protagonisti dello spettacolo. Le acque della Rade Sud di Marsiglia sono state la cornice ideale per il debutto mediterraneo del trofeo e l'accoglienza della città francese non poteva essere più calorosa. Infatti, gli yacht erano scortati sul campo da almeno 200 barche ogni giorno, mentre circa cinquantamila persone hanno visitato l'AC Village nel corso della settimana. Anche la stampa internazionale (3.500 giornalisti) ha confermato, con una presenza massiccia, il suo gradimento.

La settimana del Marseille Louis Vuiton Act ha compreso regate di match race e regate di flotta; queste ultime non erano utilizzate per l'America's Cup dal 1870. I percorsi corti e brevi hanno regalato regate concitate, tattiche e molto spettacolari. Ernesto Bertarelli, capo del sindacato Team Alinghi e Defender dell'America's Cup, ha commentato: Quando i bordi sono più brevi il gioco si fa interessante perché aumentano le manovre e bisogna essere in grado di prendere decisioni delicate in fretta.

Tra i sei team partecipanti, rappresentanti cinque paesi, va sottolineata la presenza di team Shosholoza, prima squadra africana nel teatro dell'America's Cup. Veniamo per fare esperienza e per rubare un po' di trucchetti ai team più ricchi e preparati. Sappiamo che non porteremo l'America's Cup in Africa ma almeno siamo riusciti a portare un po' di Africa nell'America's Cup, aveva detto Geoff Meek, skipper della barca di Cape Town. Nonostante l'ultima posizione finale, e l'inesperienza, l'equipaggio sudafricano ha dimostrato di essere all'altezza del gioco.

Emirates Team New Zealand usciva per la prima volta dall'isolamento in cui era confinato dal 1995, quando diventando Defender di Coppa perse, automaticamente, l'abitudine di allenarsi con altri concorrenti, nell'attesa del challenger finale. Peccato non aver vinto ha detto Dean Barker, skipper di NZL-82, ma non ci alleniamo da tempo con questa barca e dobbiamo anche migliorare le performance in poppa.

Il Defender Team Alinghi si è lasciato definitivamente alle spalle il caso Coutts, come dimostrano i suoi risultati sull'acqua, e il secondo posto in classifica generale. SUI-64 ha, infatti, battuto BMW ORACLE Racing team ed è stato davanti ad Emirates Team New Zealand fin quando non ha rotto il genoa.

Vincitore morale dell'evento è stato il francese Le Defi, che ha rimandato tutte le critiche al mittente, terminando con un onorevole quarto posto. Le Defi è stato capace di un'incredibile rimonta negli ultimi giorni, nonostante le continue avarie subite a bordo.
Anche Thierry Peponnet può dirsi soddisfatto dall'esito di K-Challenger: equipaggio nuovo e soli quattro giorni per prendere confidenza con FRA-57, arrivata direttamente dalla Nuova Zelanda.
BMW ORACLE Racing team è arrivato a Marsiglia con la precisa intenzione di vincere. Larry Ellison, capo del Sindacato americano aveva fatto le cose in grande, per il primo atto della 32ma America's Cup e ha raccolto i suoi frutti. Mesi di allenamento, vele nuove e un equipaggio d'eccezione, costituito da Chris Dickson (CEO e skipper di BMW ORACLE Racing), Gavin Brady e John Kostecki, solo per nominarne alcuni.

La fine del Marseille Louis Vuitton Act coincide con l'inizio di altri, importanti appuntamenti. Gli Atti 2 e 3 della 32ma America's Cup, infatti, inizieranno tra qualche settimana a Valencia, città ospite dell'evento.

Il secondo Valencia Louis Vuitton Act inizierà il 5 di ottobre. L'atto III avrà luogo nella città spagnola dal 14 al 17 ottobre.




I team saranno classificati in base al totale dei punti raccolti, complessivamente, tra le regate di flotta e quelle di match race.
Nelle Regate di Flotta il primo team (nel box, in alto a sinistra) guadagna sei punti (nel box in basso a destra) per vittoria. Il secondo classificato guadagna cinque punti e così via.
Nel Match Race il vincitore guadagna sei punti; il perdente non guadagna punti. Il team che collezionerà più punti alla fine dell'evento sarà il vincitore dello stesso.