20/07/09

Da Hyde Park al Radio City Music Hall di New York con un unico scopo: raccogliere fondi per la lotta contro l’Aids...

Ricordo che l’anno passato nella stessa data, dalla quale sembrano essere passati non appena uno o due giorni, tutti i più grandi divi della musica a livello planetario vollero dare il proprio contributo alla creazione di un’indimenticabile concerto nello splendido Hyde Park di Londra.

Questo, il parco, non è semplicemente un luogo come tanti oppure un parco qualunque; nel corso degli anni, sui prati dell’Hyde Park, tanti big della musica internazionale hanno regalato momenti indimenticabili a centinaia di migliaia di persone di tutte le età e di varie generazioni, tanti artisti vi hanno suonato e tanti vi hanno sempre sognato di suonare.

In una calda sera dell’anno scorso l’uomo da festeggiare su quelle lunghe distese di prato verde non era un tipo qualunque; Nelson Mandela, icona a livello mondiale della lotta contro la segregazione razziale, guardava incredulo e commosso la folla accorsa per festeggiare, insieme ai tanti big, i suoi 90 anni, i 90 anni dalla nascita di uno dei pochi uomini capaci di combattere e sconfiggere un nemico tanto duro e imprevedibile: l’arpartheid.

Un anno dopo quel concerto, simbolo di fratellanza e della lotta contro l’Aids, un altro fantastico evento ha aperto i festeggiamenti per i 91 anni dell’ex presidente sudafricano: il concerto organizzato come i precedenti dalla Fondazione 46664 per la lotta contro l'Aids, si è svolto al Radio City Music Hall di New York ed ha coinvolto decine di cantanti di fama internazionale come Aretha Franklin, Stevie Wonder, Queen Latifa, la 'premiere dame' francese Carla Bruni-Sarkozy e Zucchero, unico artista italiano.

Questa volta, a causa dell’enorme distanza geografica che separa Johannesburg da New York e le fragili condizioni di salute che a 91 anni non ti permettono, per così dire, di essere un “grillo”, Mabiba non si è recato negli Stati Uniti, ma ha inviato un video per ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a rendere l’evento indimenticabile.

L’anno prossimo la Fondazione 46664 organizzerà un’ulteriore concerto a Madrid che avrà, identicamente a tutti gli altri, l’obiettivo di raccogliere fondi per la lotta con l’Aids.

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18/07/09

Pensieri al vento - Lontani dai mega multiscafi ma molto vicini alla vera Coppa America: ecco lo spirito targato Shosholoza.

Sono rimasto molto colpito da un intervento incisivo e toccante inserito ieri nella sezione del libro degli ospiti, il Guestbook appunto. Spero ricorderete quando, qualche tempo fa, pubblicai un articolo intitolato “Pensieri al vento - America’s Baby?” scritto da Anna, quale commento-sfogo alla sentenza del 2 aprile scorso.

“Le sfide si combattono in mare” scrisse, con la consuetudinaria rabbia di un tifoso deluso ed amareggiato da continui sotterfugi legali ed accuse reciproche, determinanti solo ed elusivamente a rinviare il più lontano possibile la Coppa. Fu un monito a dire tutti insieme basta, a ribellarci a questa oppressione irresolubile e a questa vana ed alquanto inutile legge del più forte/ricco.

L’intervento della Sig.ra Sandra, alla quale devo innanzitutto fare i miei complimenti per aver riassunto in poche righe l’essenza di un vero tifoso targato Shosholoza, racchiude in sé la storia di chi (come noi) è rimasto in tutto questo tempo attonito ed incredulo a vedere cosa accadesse ad una delle più belle ed antiche competizioni al mondo, l’America’s Cup appunto, affranta dalle regole immorali dei capitali, degli interessi, delle rivalità personali e della comunicazione spietata ed unidirezionale.

Io per fortuna mi sono sempre dissociato, così come tanti altri blogger, da questa mera forma di lifestyle, ed ho sempre continuato a credere insieme a chi mi appoggia in questa lunga avventura, così come la Sig.ra Sandra, che prima o poi la livrea di Shosholoza e la canzone come sottofondo riinizieranno a riempire le nostre frenetiche giornate.

Presto lo sarà, ne sono sicuro. Per ora però non ci resta che stare a guardare e proiettare, perché no, lo sguardo verso una vicina non tanto lontana 34esima edizione dell’America’s Cup.

Presto i colori di Shosholoza rallegreranno le nostre giornate, continueranno a farci palpitare il cuore e a farci gioire. Presto, in futuro, così come oggi, così come ieri.

Ecco il commento della Sig.ra Sandra:

"D'accordissimo con Anna su tutto! In particolare su"America's baby"..nel senso proprio di asilo infantile! Sì...quei due lasciamoli continuare a giocare ai piccoli avvocati, magari in tribunali fatti con il Lego, e litigare con le barchette di carta e rubarsi le caramelle...! E cominciamo seriamente e velocemente a mettere in piedi ( pardon..in acqua! )l'America's Cup, quella vera, con tutti gli altri sfidanti e magari nuovamente a Valencia, dove c'è già tutto, così si può anche risparmiare un po' sul budget e sul tempo, che non fa mai male! Di iscritti ce ne sono a sufficienza per una bella sfida...che ce ne facciamo di quei due attaccabrighe??? Lo hanno e lo stanno ancora dimostrando: non c'entrano nulla con lo sport, e hanno veramente rotto le scatole a tutti! Se pochi tifosi avevano prima, ora si sono giocati anche quelli! Ma noi fedelissimi, degli altri ovviamente( Shosholoza, nel mio caso ), non ne possiamo più! Perciò fuori, via! Possibile che non esista alcuna autorità al di sopra di quei due che possa escluderli dalla Coppa per manifesta dabbenaggine ( ma anche un po' truffa ai danni degli altri, che in tutto ciò sono i più danneggiati..), chiudere tutto e ricominciare con quelli buoni??? Quanto mi piacerebbe! Intanto continuo a sognarlo e ad aspettare di vedere quelle imperdibili sfide in acqua e...la splendida livrea di Shosholoza che esce dal porto con la canzone in sottofondo... Sandra Si, lo so."

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05/07/09

Un incontro capace di cambiarti la vita...

La canzone che nel primo video accoglie Nelson Mandela, premio nobel per la pace e propulsore della lotta contro la segregazione razziale, richiama subito l’attenzione di chi, con negli occhi un pò di nostalgia, ricorda le battaglie a suon di virate e strambate della scorsa 32esima edizione della Coppa America, dove quando questa musica faceva da sottofondo ad ogni giorno di regate e di allenamenti.

“Shosholoza, ku lezontaba, stimela s' phum' e-South Africa”, che tradotto vuol dire “Shosholoza, lavoriamo sempre come uno solo, spingendo e tirando insieme”.


Mandela sorride, i suoi 92 anni, di cui 27 passati in carcere per un sogno chiamato fratellanza ed amicizia, sembrano essere un lontano ricordo; ora tutto è cambiato e il Sud Africa guarda al futuro con occhi diversi ed ancor più speranzosi di quelli con cui si guarda al presente.

I Bafana Bafana non vinceranno la Confederations Cup 2009 (si posizioneranno quarti nella classifica generale dopo Spagna, Stati Uniti e Brasile), ma nei loro cuori e nella loro anime resterà comunque il ricordo di un incontro che sicuramente gli avrà cambiato la vita.

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03/07/09

Pensieri al vento - Un mondiale 2010 a suon di Vuvuzelas... - 2a parte

Proprio l’altro giorno abbiamo pubblicato un articolo sulle “fastidiosissime” (logicamente detto con ironia) vuvuzelas. Ora vorrei proporvi due video che ho scovato in rete: il primo è una specie di inchiesta sull’utilizzo delle vuvuzelas de L’Espresso, importante testata giornalistica italiana; il secondo invece è il video del pre match di Sudafrica - Brasile, semifinale della Confederations Cup 2009. Vorrei però che focalizzaste l’attenzione sul secondo video; guardando in basso a sinistra, tra lo stadio letteralmente in delirio per il fatto che le squadre stanno scendendo in campo, c’è un omino di spalle che suona la sua vuvuzelas in un modo alquanto incredibile e comico allo stesso tempo, uno spettacolo nel vero senso della parola. Come dire, questo si che è entusiamo!

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(Video by L'Espresso.it)

01/07/09

Pensieri al vento - Un mondiale 2010 a suon di Vuvuzelas…

Le Vuvuzelas sono una tipica trombetta africana utilizzata dai tifosi sugli spalti degli stadi di quasi tutto il continente; il fine del loro utilizzo eguaglia quello degli striscioni, dei cori e delle trombette, ovvero incitare e supportare i beniamini delle proprie squadre, sia di calcio che di altri sport. Ho letto in giro per la rete come per qualcuno le partite dell’ultima Confederations Cup, sotto il suono continuo di questi strumenti, siano diventate uno strazio sin dai primissimi minuti; il “ronzio”, come lo chiamano telecronisti e anti-vuvuzelas, parte prima dell’inizio della partita e dura anche oltre la fine disturbando, a detta di qualcuno, la “normalità” di un incontro e andando ben oltre. Per questo la FIFA, considerando le lamentele, aveva pensato invano di vietarle per il prossimo mondiale sudafricano.

Ma di “ronzio”, per gli africani, non si tratta, ma di tradizione ben radicata e consolidata.

E no mia cara FIFA, non è giusto; ed infatti, se Vuvuzelas e tifosi africani sono una cosa sola, vorrei che l’anno prossimo l’entusiasmo nel suonare questi strumenti di gioia, felicità e spensieratezza possa coinvolgere tutti, africani e non.

Allora a questo punto mi viene da dire: “tifosi ed amanti dello sport unitevi ed acclamate l’utilizzo di questi fantastici strumenti!”. All’amante del calcio medio che li disdegna con ferocia diciamo, con molta franchezza, che l’immedesimarsi nelle tradizioni altrui è sinonimo di integrazione e fratellanza; per questo, detto ciò, vai a tutto suon di Vuvuzelas!

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