11/08/09

Pensieri al vento - A te America’s Cup, 2a parte

Mia cara America’s Cup,

come stai? Qui tutto come sempre, ultimamente la vita non ci riserva grandi sorprese. A te? Bhè, sinceramente parlando, credo che la tua vita sia così movimentata che forse preferiresti una bella vacanza, magari su una bell’isola artificiale. Ras al-Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti? Dici? Mhà, non lo so, non credo che possa fare al caso tuo. Ricordo che ti divertisti tanto nel buon vecchio Mediterraneo; poi, sinceramente, credo che si commetterebbe un grave errore portandoti in mezzo agli sceicchi, se non perché la località in questione, Ras al-Khaimah, si trova nell’emisfero Nord e non in quello Sud.

Quindi, facendo un passo indietro e rileggendo il nostro tanto amato Deed of Gift, non si possono svolgere regate in quel periodo e in quell’emisfero senza che il Challenge of Record abbia acconsentito (precisamente il DOG vieta espressamente lo svolgimento di regate nell’emisfero Nord dal 1o novembre al 1o maggio, tranne che derogando in base ad un apposito accordo tra le parti) . Ma questo tu lo sai bene e magari, invece di disperarti come dovresti dato che tra poco potrebbe venire giù il cielo se non venisse trovato un accordo, stai sotto sotto sghignazzando perché hai capito che a questo punto disperarsi non serve davvero più a nulla. Fai bene, inutile innervosirsi ed alimentare rabbia e rancore.

Ma che fine ha fatto la tua vecchia amica Louis Vuitton Cup? E’ da un po’ che non si sente più parlare di lei.

Qualche tempo fa avevo scritto sul diario della possibile organizzazione di una o più Series; era proprio il Sig.Bruno Trouble, creatore ed ideatore della tanto amata Louis Vuitton Cup, ad esserne interessato. Si era parlato di alcune importanti località, tra le quali quella Sudafricana di Durban, ma ora sembra che il tutto si sia dissolto nel nulla.

Ne sai qualcosa? Immagino di no, considerando il fatto che già seguire l’evolversi dei fatti che riguardano te è difficoltoso, figuriamoci interessarsi di quelli degli altri! Comunque sia, spero che il Sig.Trouble, al quale credo tutto il mondo della vela deve davvero tanto (si pensi per esempio ai 25 anni di competizioni ante America’s Cup in cui si è accollato l’organizzazione dell’evento-apertura d’eccellenza, la Louis Vuitton Cup per l’appunto), presto saprà stupirci come il suo solito mettendoci su un piatto d’argento, logicamente marchiato Louis Vuitton, gli eventi promessi qualche tempo fa. Credo che la voglia di competizione non lo faccia dormire la notte e, dopo l’evento-successo di Auckland, scommetto che quella voglia è ora ancora più forte.


Questo è tutto America’s Cup, a presto. Come sempre, abbi cura di te.

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08/08/09

Dai giornali - “C’è il vento, ma non Luna Rossa”.

Louis Vuitton Cup, Round Robin 1. Flight 4, 24 aprile 2007.

A volte alcune cose si fanno solo per il gusto di farle o per evocare, con un pò di nostalgia, momenti indelebili e speciali del nostro passato. E’ per questo motivo che oggi, a distanza di due anni e mezzo circa, pubblico questo articolo apparso il 25 aprile del 2007 a pagina 53 del Corriere della Sera. Il titolo dell’articolo, “C’è il vento, ma non Luna Rossa”, è già tutto un programma ed il corpo dello stesso narra le vicende di giorni di mare e di vento di un caldo pomeriggio di aprile ove, ribaltare i pronostici sembra sia quasi stato un gioco da ragazzi.

L’esperienza poco felice di Luna Rossa in quei giorni, infatti, gonfia le vele di chi, nel suo piccolo, con la caparbietà e determinazione in puro stile «tiriamo avanti insieme», batte i più forti e sconvolge proprio quei pronostici che davano sulla carta vincitori proprio i più favoriti. Penso che una lettura di questo articolo, che si focalizzi più sulla parte iniziale che su quella finale (dove viene anche raccontata la sconfitta di Luna Rossa contro gli americani di Oracle), possa giovare alla mente e all’anima e possa anche, per così dire, farci fare un piccolo salto nel felice passato. A questo punto non mi resta che augurarvi una buona lettura.



"C' è il vento, ma non Luna Rossa"
Prima si arrende a sorpresa a Shosholoza, poi perde di 6'' da Oracle

Il tappo dello champagne parte insieme al colpo di cannone, mentre il Sudafrica, che sulle mappe della navigazione fino a ieri esisteva solo come scalo dei giri del mondo, diventa una potenza della vela.

Città del Capo, casa di Shosholoza, distaccamento di Valencia. La colonizzazione della Vuitton parte da una strepitosa vittoria a sorpresa su Luna Rossa, per i Bafana incrostati di salsedine è come battere l'Italia al Mondiale, la gioia è la stessa, il Comandante Salvatore Sarno piange sul gommone abbracciato al figlio Antonio, ci sono cuore, idee, soldi e passione molto nostrane nella sfida all' America's Cup che porta i colori del Royal Cape Yacht Club, l'equipaggio è multietnico però nel pozzetto che fa venire il mal di testa ai Prada boys comandano Paolo Cian, timoniere, e Tommaso Chieffi, tattico.

«Due fuoriclasse - dice sull'onda dell'entusiasmo e del quarto posto in classifica l'armatore -. Non capisco perché nessuna barca italiana li ha voluti...».

Paolino Cian è rosso come un peperone, di felicità e d'abbronzatura: s'è preso un'insolazione di entrambe. Su Rsa83, gioiellino di un consorzio che ha una sola barca («Costruita con le nostre mani, non in cantiere: sono andato io a comprare i cacciavite» racconta Sarno arricchendo la piccola leggenda personale) gli hanno costruito una pedana per arrivare meglio al timone. «È il mio insostituibile piccolino» gongola the captain, dopo la doccia di lacrime e bollicine.

Chieffi, l'esperienza accumulata nelle rughe e negli anni, ha qualche rospo da sputare e forse è da andare a cercare anche nell'orgoglio e nella voglia di rivincita la benzina che sta bruciando nel motore di Shosholoza, pericolosa con Oracle e letale con Luna Rossa. «Non avremo i galloni come loro - dice Tommaso -, però non ci siamo mai nascosti: vogliamo il quarto posto, e le semifinali. Battere Luna Rossa dà sempre una certa soddisfazione. Nel '99 dissero che nessun reduce del Moro di Venezia sarebbe salito su quella barca. Quel signore (Patrizio Bertelli, ndr) si era sbagliato».

Non c'è più solo il folklore degli elefanti portati all'unveiling, nella prima sfida sudafricana alla coppa. C'è il cuore, e cominciano ad arrivare i risultati: «Oltre al vile denaro, in questo gioco servono i sentimenti». E Shosholoza ne ha la cambusa piena. Cian e Chieffi, la coppia made in Italy capace di lasciarsi in scia Spithill e Grael, ha fatto il giro della barca per stringere la mano a Solomon, Moctar, Golden, i velisti che del loro paese portano il colore addosso, «giovani eccezionali che non si sono lasciati schiacciare dalla pressione di Luna Rossa, sempre vicinissima, dimostrando una grande maturità agonistica».

Shosholoza è la barca più vecchia della flotta, ma va veloce. Vince in scioltezza, gli uomini di de Angelis sono ancora storditi quando tornano in acqua contro Oracle, nel primo big match di questa Vuitton travagliata, che oggi ha trovato una decina di nodi di vento per riuscire a correre due Flight. È un match race bellissimo, aperto fino all' ultimo metro di poppa e di mare, Dickson (in vezzosi guanti blu) contro Spithill, Brady contro Grael, Ellison contro Bertelli, che ha subìto il crudele uno-due di ieri a Milano, davanti alla tv, soffrendo per la scarsa brillantezza di Ita 94 e del suo equipaggio.

Oracle è un monolite di carbonio, esprime una sconvolgente sensazione di potenza, non sbaglia un millimetro di regata, le manovre sono perfette, le scelte azzeccate. Il controllo è totale, tanto che persino l'ospite pagante a bordo, Larry Ellison, si toglie lo sfizio di mettere le mani sul timone. La Luna insegue, sempre trafelata («Torniamo a casa con zero punti, ma le impressioni sono positive...» dice lo stratega Ivaldi). Tenta l'ultima strambata, chiamata da Grael, ma Dickson è più furbo. Mette il naso di Oracle, solo quello, davanti. Nemmeno mezza barca, dieci metri, appena 6 secondi. Un'inezia, ma gigantesca.


Piccardi Gaia
Pagina 53
(25 aprile 2007) - Corriere della Sera

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05/08/09

Pensieri al vento - A te America’s Cup…

Mia cara America’s Cup,

come stai? Qui tutto bene, o almeno si finge che lo sia. Scusami se ti ho un po’ bistrattato in questo periodo e se raramente ho scritto dell’epopea giudiziaria che si è abbattuta su di te dal 2007 ad oggi; il motivo? Tristezza e nostalgia di un tempo ormai passato. Infatti, tranne che per qualche increscioso e determinante episodio che ti ha in modo incisivo forgiato, ho voluto lasciare perdere i continui giri di parole che i più (con molta soddisfazione per loro) utilizzano ed ho voluto invece mettermi lì a pensare quanto fossero belli quei pomeriggi in cui tu realmente, con la tua bellezza, riempivi le mie giornate. Manchi sia a me che ai tuoi veri ammiratori ed appassionati.

Fatto sta che dall’ultimo articolo apparso sul diario in aprile (Pensieri al vento - 33a America’s Cup: parli del diavolo e…spuntano le corna!) non ho più ripreso, tranne che per qualche obbligatorio riferimento alla querelle giudiziaria, i fatti che ti stanno piano piano portando verso la tua prossima 33esima edizione.

Sono triste e molto demoralizzato, come il Comandante immagino, ma non del tutto abbattuto; per questo mi piace spesso canticchiare il motivo di quella vecchia canzone dei Beatles, sono sicuro che anche tu la conosci. «Here comes the sun» è il suo titolo; mi piace intonare le sue note e pensare che presto il sole riinizierà ad illuminare le tue e le mie giornate. Magari se tu leggessi questa mia lettera e contemporaneamente ascoltassi questa stupenda canzone, potresti iniziare a sognare e a viaggiare con l’immaginazione: potresti, perché no, guardare verso poppa delle tue attrici la scia lasciata dal timone, ascoltare il barrito delle manovre e le urla dei marinai presenti a bordo.

Non arrabbiarti quindi se in questi mesi ti ho un po’ trascurata; il motivo di tutto ciò sta nel fatto che, francamente parlando, visti i soggetti a te spietamente interessati e le premesse da cui si è partiti lo scorso 2 aprile con la sentenza che avrebbe dovuto mettere la parola fine al curt case, l’interesse verso un tal tipo di approccio nei tuoi confronti è andato via via scemando con l’evolversi della storiella.


Ho letto, comunque sia, sul tuo conto cose di tutti i colori: multiscafi megagalattici in puro stile Star Wars, fantasmagoriche e deliranti campagne di reclutamento dei mercenari senza patria e senza bandiera, di quelli pronti a tutto, in puro stile militare e rinvigorimento del fitto alone di mistero sul dove, come e quando avrà luogo la tua 34esima edizione, quella (si spera) aperta a vari challenge.


Certo, so bene cosa stai pensando, che il «dove», il «come» e il «quando» potranno smetterla ironicamente di fare a gara a chi mette più in profondità la testa sotto la sabbia e godere così appieno della bellezza dei raggi del sole, solo quando BMW Oracle Racing e Alinghi l’avranno finalmente smessa di farsi la guerra ed avrai così decretato vinti e vincitori. Per la 34esima tua edizione volerai negli Stati Uniti, rimarrai in Europa oppure farai sorgere tante isole artificiali così come annunciato di voler fare per la tua 33esima edizione a Ras al-Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti? Renderai madrina della tua prossima edizione la Version 5, l’AC33, vorrai adottare una nuova classe, istituire l’utilizzo di catamarani o trimarani grossi quanto navi container o ritornare ai buon vecchi 12metri?


Mhà, tra qualche mese queste benedettissime tre regate tra i tuoi due contendenti ci chiariranno meglio le idee; l’unica speranza che voglio avallare è che i due, DOGZilla e The Baby, possano finalmente mettersi l’anima in pace, smetterla con le inutili, controproducenti e devastanti azioni legali e dare spazio ai challenge, vera essenza del tuo essere.


Tu, mia cara vecchia brocca non ne ha più bisogno; il mondo della vela ne ha piene le scatole ed ha una voglia matta di risentire il sapore del sale sulle labbra ed immaginare il barrito della scotta randa, in un’ultima e determinante poggiata per il giro di boa, fa fremere ed accapponare le nostre pelli.


Ritornerai nel tuo magico splendore, alla tua aetas aurea che tanto meriti, e sono sicuro che il Comandante Sarno già freme nel voler riorganizzare la sua spedizione per tentare di riconquistarti. D’altronde, se Shosholoza rappresenta il nuovo volto del Sudafrica, un volto dal cuore e l’anima italiana, la tua prossima edizione, quella lontana dalle mastodontiche megalomanie del caso, potrà rappresentare anche la tua rinascita ed il tuo nuovo volto.


Per adesso non ci è dato sapere e manco tu, credo, puoi immaginare cosa ancora possa renderti oggetto di continue sentenze da parte delle varie corti americane; certo è che il giudice che l’altro giorno, il 28 luglio, ti ha reso ancora oggetto principale di battibecco con una nuova sentenza, forse nel suo dentro ne ha piene zeppe le scatole, vorrebbe lasciarti stare e rimanere inalterato, senza offesa, il tuo vecchio ed antico splendore.


Abbi pazienza, forse tra breve tutto ciò sarà solo un lontano ricordo. Ti saluto America’s Cup, abbi cura di te e non permettere più a nessuno di farti del male.


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03/08/09

Pensieri al vento - Shosholoza: idillo all’infinito ed oltre…

Un giorno discutendo con un amico ci chiedevamo cosa bisognerebbe inventarsi di «nuovo», che ancora non c’è…bhè la risposta non poteva che essere questa: in una società dove la maggior parte delle cose esistenti non risponde alle nostre reali esigenze, o meglio, non ha in sé una concreta utilità, ciò che può essere definito «nuovo», che rende realmente felici, è regalare sempre, di volta in volta, sogni, speranze, emozioni. Questo per noi, e per tanti come noi, si chiama Shosholoza.

Aspetto intrepida di rivederti, dopo tanto tempo uscire dal porto con la tua musica che ti fa da sottofondo e che ti accompagna durante tutto il tuo percorso; tu che sei chiamata the «soul of sailing», il sogno sudafricano, ritorna a farmi sognare, regalami ancora quelle indimenticabili, irrinunciabili emozioni, dammi ancora quell’intrepidazione nel vederti passare la linea d’arrivo e nel veder sventolare la tua bandiera, quella che porta i colori della felicità e della rinascita.

Non abbandoni questo sogno che grazie a Lei, Comandante Sarno, è diventato realtà, continui a farci sognare, a regalarci emozioni, avventure da raccontare ai posteri, soprattutto continui a farci vedere ed immaginare «interminati spazi» al di là di quella siepe «che il guardo esclude».

Non ci tolga questo sogno che per noi è il sogno della felicità.

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20/07/09

Da Hyde Park al Radio City Music Hall di New York con un unico scopo: raccogliere fondi per la lotta contro l’Aids...

Ricordo che l’anno passato nella stessa data, dalla quale sembrano essere passati non appena uno o due giorni, tutti i più grandi divi della musica a livello planetario vollero dare il proprio contributo alla creazione di un’indimenticabile concerto nello splendido Hyde Park di Londra.

Questo, il parco, non è semplicemente un luogo come tanti oppure un parco qualunque; nel corso degli anni, sui prati dell’Hyde Park, tanti big della musica internazionale hanno regalato momenti indimenticabili a centinaia di migliaia di persone di tutte le età e di varie generazioni, tanti artisti vi hanno suonato e tanti vi hanno sempre sognato di suonare.

In una calda sera dell’anno scorso l’uomo da festeggiare su quelle lunghe distese di prato verde non era un tipo qualunque; Nelson Mandela, icona a livello mondiale della lotta contro la segregazione razziale, guardava incredulo e commosso la folla accorsa per festeggiare, insieme ai tanti big, i suoi 90 anni, i 90 anni dalla nascita di uno dei pochi uomini capaci di combattere e sconfiggere un nemico tanto duro e imprevedibile: l’arpartheid.

Un anno dopo quel concerto, simbolo di fratellanza e della lotta contro l’Aids, un altro fantastico evento ha aperto i festeggiamenti per i 91 anni dell’ex presidente sudafricano: il concerto organizzato come i precedenti dalla Fondazione 46664 per la lotta contro l'Aids, si è svolto al Radio City Music Hall di New York ed ha coinvolto decine di cantanti di fama internazionale come Aretha Franklin, Stevie Wonder, Queen Latifa, la 'premiere dame' francese Carla Bruni-Sarkozy e Zucchero, unico artista italiano.

Questa volta, a causa dell’enorme distanza geografica che separa Johannesburg da New York e le fragili condizioni di salute che a 91 anni non ti permettono, per così dire, di essere un “grillo”, Mabiba non si è recato negli Stati Uniti, ma ha inviato un video per ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a rendere l’evento indimenticabile.

L’anno prossimo la Fondazione 46664 organizzerà un’ulteriore concerto a Madrid che avrà, identicamente a tutti gli altri, l’obiettivo di raccogliere fondi per la lotta con l’Aids.

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18/07/09

Pensieri al vento - Lontani dai mega multiscafi ma molto vicini alla vera Coppa America: ecco lo spirito targato Shosholoza.

Sono rimasto molto colpito da un intervento incisivo e toccante inserito ieri nella sezione del libro degli ospiti, il Guestbook appunto. Spero ricorderete quando, qualche tempo fa, pubblicai un articolo intitolato “Pensieri al vento - America’s Baby?” scritto da Anna, quale commento-sfogo alla sentenza del 2 aprile scorso.

“Le sfide si combattono in mare” scrisse, con la consuetudinaria rabbia di un tifoso deluso ed amareggiato da continui sotterfugi legali ed accuse reciproche, determinanti solo ed elusivamente a rinviare il più lontano possibile la Coppa. Fu un monito a dire tutti insieme basta, a ribellarci a questa oppressione irresolubile e a questa vana ed alquanto inutile legge del più forte/ricco.

L’intervento della Sig.ra Sandra, alla quale devo innanzitutto fare i miei complimenti per aver riassunto in poche righe l’essenza di un vero tifoso targato Shosholoza, racchiude in sé la storia di chi (come noi) è rimasto in tutto questo tempo attonito ed incredulo a vedere cosa accadesse ad una delle più belle ed antiche competizioni al mondo, l’America’s Cup appunto, affranta dalle regole immorali dei capitali, degli interessi, delle rivalità personali e della comunicazione spietata ed unidirezionale.

Io per fortuna mi sono sempre dissociato, così come tanti altri blogger, da questa mera forma di lifestyle, ed ho sempre continuato a credere insieme a chi mi appoggia in questa lunga avventura, così come la Sig.ra Sandra, che prima o poi la livrea di Shosholoza e la canzone come sottofondo riinizieranno a riempire le nostre frenetiche giornate.

Presto lo sarà, ne sono sicuro. Per ora però non ci resta che stare a guardare e proiettare, perché no, lo sguardo verso una vicina non tanto lontana 34esima edizione dell’America’s Cup.

Presto i colori di Shosholoza rallegreranno le nostre giornate, continueranno a farci palpitare il cuore e a farci gioire. Presto, in futuro, così come oggi, così come ieri.

Ecco il commento della Sig.ra Sandra:

"D'accordissimo con Anna su tutto! In particolare su"America's baby"..nel senso proprio di asilo infantile! Sì...quei due lasciamoli continuare a giocare ai piccoli avvocati, magari in tribunali fatti con il Lego, e litigare con le barchette di carta e rubarsi le caramelle...! E cominciamo seriamente e velocemente a mettere in piedi ( pardon..in acqua! )l'America's Cup, quella vera, con tutti gli altri sfidanti e magari nuovamente a Valencia, dove c'è già tutto, così si può anche risparmiare un po' sul budget e sul tempo, che non fa mai male! Di iscritti ce ne sono a sufficienza per una bella sfida...che ce ne facciamo di quei due attaccabrighe??? Lo hanno e lo stanno ancora dimostrando: non c'entrano nulla con lo sport, e hanno veramente rotto le scatole a tutti! Se pochi tifosi avevano prima, ora si sono giocati anche quelli! Ma noi fedelissimi, degli altri ovviamente( Shosholoza, nel mio caso ), non ne possiamo più! Perciò fuori, via! Possibile che non esista alcuna autorità al di sopra di quei due che possa escluderli dalla Coppa per manifesta dabbenaggine ( ma anche un po' truffa ai danni degli altri, che in tutto ciò sono i più danneggiati..), chiudere tutto e ricominciare con quelli buoni??? Quanto mi piacerebbe! Intanto continuo a sognarlo e ad aspettare di vedere quelle imperdibili sfide in acqua e...la splendida livrea di Shosholoza che esce dal porto con la canzone in sottofondo... Sandra Si, lo so."

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05/07/09

Un incontro capace di cambiarti la vita...

La canzone che nel primo video accoglie Nelson Mandela, premio nobel per la pace e propulsore della lotta contro la segregazione razziale, richiama subito l’attenzione di chi, con negli occhi un pò di nostalgia, ricorda le battaglie a suon di virate e strambate della scorsa 32esima edizione della Coppa America, dove quando questa musica faceva da sottofondo ad ogni giorno di regate e di allenamenti.

“Shosholoza, ku lezontaba, stimela s' phum' e-South Africa”, che tradotto vuol dire “Shosholoza, lavoriamo sempre come uno solo, spingendo e tirando insieme”.


Mandela sorride, i suoi 92 anni, di cui 27 passati in carcere per un sogno chiamato fratellanza ed amicizia, sembrano essere un lontano ricordo; ora tutto è cambiato e il Sud Africa guarda al futuro con occhi diversi ed ancor più speranzosi di quelli con cui si guarda al presente.

I Bafana Bafana non vinceranno la Confederations Cup 2009 (si posizioneranno quarti nella classifica generale dopo Spagna, Stati Uniti e Brasile), ma nei loro cuori e nella loro anime resterà comunque il ricordo di un incontro che sicuramente gli avrà cambiato la vita.

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03/07/09

Pensieri al vento - Un mondiale 2010 a suon di Vuvuzelas... - 2a parte

Proprio l’altro giorno abbiamo pubblicato un articolo sulle “fastidiosissime” (logicamente detto con ironia) vuvuzelas. Ora vorrei proporvi due video che ho scovato in rete: il primo è una specie di inchiesta sull’utilizzo delle vuvuzelas de L’Espresso, importante testata giornalistica italiana; il secondo invece è il video del pre match di Sudafrica - Brasile, semifinale della Confederations Cup 2009. Vorrei però che focalizzaste l’attenzione sul secondo video; guardando in basso a sinistra, tra lo stadio letteralmente in delirio per il fatto che le squadre stanno scendendo in campo, c’è un omino di spalle che suona la sua vuvuzelas in un modo alquanto incredibile e comico allo stesso tempo, uno spettacolo nel vero senso della parola. Come dire, questo si che è entusiamo!

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(Video by L'Espresso.it)

01/07/09

Pensieri al vento - Un mondiale 2010 a suon di Vuvuzelas…

Le Vuvuzelas sono una tipica trombetta africana utilizzata dai tifosi sugli spalti degli stadi di quasi tutto il continente; il fine del loro utilizzo eguaglia quello degli striscioni, dei cori e delle trombette, ovvero incitare e supportare i beniamini delle proprie squadre, sia di calcio che di altri sport. Ho letto in giro per la rete come per qualcuno le partite dell’ultima Confederations Cup, sotto il suono continuo di questi strumenti, siano diventate uno strazio sin dai primissimi minuti; il “ronzio”, come lo chiamano telecronisti e anti-vuvuzelas, parte prima dell’inizio della partita e dura anche oltre la fine disturbando, a detta di qualcuno, la “normalità” di un incontro e andando ben oltre. Per questo la FIFA, considerando le lamentele, aveva pensato invano di vietarle per il prossimo mondiale sudafricano.

Ma di “ronzio”, per gli africani, non si tratta, ma di tradizione ben radicata e consolidata.

E no mia cara FIFA, non è giusto; ed infatti, se Vuvuzelas e tifosi africani sono una cosa sola, vorrei che l’anno prossimo l’entusiasmo nel suonare questi strumenti di gioia, felicità e spensieratezza possa coinvolgere tutti, africani e non.

Allora a questo punto mi viene da dire: “tifosi ed amanti dello sport unitevi ed acclamate l’utilizzo di questi fantastici strumenti!”. All’amante del calcio medio che li disdegna con ferocia diciamo, con molta franchezza, che l’immedesimarsi nelle tradizioni altrui è sinonimo di integrazione e fratellanza; per questo, detto ciò, vai a tutto suon di Vuvuzelas!

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30/06/09

Pensieri al vento - Louis Vuitton Series in Sud Africa? Un sogno che potrebbe diventare realtà.

Questo nella foto è solo uno dei tanti stupendi paesaggi che caratterizzano il Sud Africa; si tratta di uno scatto aereo della magnifica città di Cape Town (Città del Capo) con alle proprie spalle la caratteristica Table Mountain. Eppure quanti film vi hanno girato e quante storie raccontato ed ambientato in questa terra. L’Africa è un paese ricco di speranza e di cultura, è un paese ricco di bellezze e di storia, è, come si suol solitamente dire, la culla dove ogni cosa è nata ed ha preso forma.

Storici ed antropologici, Darwin in primis, ipotizzarono infatti che l’Africa fosse la culla dell’umanità; solo ora, dopo innumerevoli ed importantissime scoperte, l’ipotesi darwiniana si è trasformata in realtà e proprio quel posto lontano, raggiungibile perlopiù soltanto con il pensiero e con l’immaginazione, verrà con molta probabilità scelto per un evento targato Louis Vuitton, la Indian Ocean Cup di Durban.

Le singole voci che parlavano agli inizi di gennaio della possibilità di organizzare un evento simile nella splendida baia della città portuale di Durban, sono ora diventate un coro. Il Comandante Sarno, che da sempre ha fortemente voluto l’organizzazione di questo evento, ha forse coronato un altro piccolo grande sogno: portare un pezzo di Coppa America in Sud Africa.

La Confederations Cup 2009 ha dimostrato che il pubblico sudafricano ha spirito di collaborazione (si pensi al numero illimitato di volontari che hanno affollato gli stadi interessati dall’evento), voglia di fare ed entusiasmo (la telecronaca di ogni match metteva sempre in risalto proprio questo fattore, caratteristico del popolo sudafricano).

La Coppa America, quella vera, rimane per adesso un sogno nel cassetto; le Louis Vuitton Series sudafricane, basate su un format molto simile alla LVC, agli ultimi ACT e alle passate Louis Vuitton Pacific Series di Auckland, potrebbero diventare realtà e regalare così a questa bellissima terra, che tanto ha da offrire, una speranza ed un sorriso in più.

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29/06/09

Pronti a partire? E’ ora di Louis Vuitton Series!

Ricordate quando qualche tempo fa parlammo del meeting in programma verso la fine di giugno, nel quale si sarebbe parlato della eventuale organizzazione di una Louis Vuitton Series nei prossimi mesi? Ebbene, come da pronostico, l’incontro c’è stato ed ha maturato i suoi frutti. Circa dodici team di Coppa America, tra cui Team Shosholoza, hanno scelto da tempo la strada della vela, dell’azione e dello spettacolo, all’inutile strada delle parole, dei tribunali e delle missive, decidendo di organizzare dapprima una Series ad Auckland (che si è svolta all’inizio del 2009) ed ora una serie di altre Series in giro per il mondo.

Quali eventi, dove e quali barche? A dir la verità non si è discusso circa l’organizzazione di un singolo evento; Il coro unanime dei team che hanno preso parte al meeting ha orientato le volontà degli stessi verso una serie di eventi a catena basati sul format delle ultime Series neozelandesi e su alcuni dettagli presi per così dire in prestito sia dagli Act disputati nel 2005 e nel 2006, sia dalla Louis Vuitton Cup.

Dove? Per il dove spunta fuori il nome di Honk Kong (l’evento dovrebbe svolgersi in questo caso a novembre o dicembre di questo anno), gli Stati Uniti (l’evento in questo caso è però molto in forse) e finalmente, udite udite, il Sud Africa.

Quali barche? Quelle utilizzate nella scorsa edizione delle Louis Vuitton Pacific Series del mese di gennaio-febbraio, ovvero i due ACC neozelandesi e i due ACC americani.

A breve il comunicato stampa ufficializzerà gli eventi.

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28/06/09

World Match Racing Tour: dopo il Portogallo è il momento della Svezia…

Domani prenderà il via la quinta tappa del World Match Racing Tour 2009, la Match Cup Sweden in programma dal 29 giugno al 5 luglio.

Se nell’ultima tappa portoghese, durante la Portugal Match Cup di Troia, l’australiano Torvar Mirsky ha strappato una fantastica vittoria al neozelandese Adam Minoprio, dobbiamo purtroppo registrare che il nostro Paolo Cian e Team Shosholoza, vincitori in modo impeccabile nella Korea Match Cup, non prenderanno parte all’evento svedese.

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17/06/09

World Match Racing Tour: arrivederci Portugal Match Cup…

Team Shosholoza e Paolo Cian non prenderanno parte alla Portugal Match Cup che si terrà a Troia, Portogallo.

La notizia della mancata partecipazione di Paolo all’evento portoghese suona come un fulmine a ciel sereno; dopo lo strepitoso successo in Korea avevamo voglia di rivedere il Team del Comandante Sarno all’opera. Non ci resta che attendere il prossimo evento, successivo alla Portugal Match Cup (la Match Cup Sweden che parte il prossimo 29 giugno), per sperare di rivedere all’opera i nostri ragazzi, su di giri e con il morale a mille per la splendida vittoria coreana, sinonimo di voglia di fare, determinazione, coraggio ed ambizione.

Alla prossima…

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14/06/09

World Match Racing Tour: ecco la classifica generale dopo la Korea Match Cup…

Meno 10 punti dal vertice della classifica generale; tanti, troppi, eppure più che giustificabili. Se la schiacciante vittoria perpetuata da un strepitoso Paolo a cui abbiamo assistito in Korea non è servita abbastanza per scalare in via provvisoria la classifica, credo sia importante specificare per una giusta causa che l’assenza in Germania (dove Paolo e il Team non sono andati rinunciando al Match Race Germany all’ultimo minuto), ha gravato pesantemente sul rendimento totale così incidendo sulla classifica generale.

Con ogni probabilità un piazzamento intermedio nel Match Race Germany, avrebbe regalato a Paolo e al Team la possibilità di essere sullo stesso gradino con chi, raccogliendo punti in tutte le tappe del circuito, si è ipotecato le prime posizioni anche non avendo vinto alcuna tappa.

Meno dieci quindi, -10 punti da recuperare sul kiwi Minoprio che quest’anno sembra intenzionato ad affermare la supremazia neozelandese anche nel World Match Racing Tour.
Staremo a vedere cosa succederà nella prossima tappa prevista in Portogallo, la Troia Portugal Match Cup, prevista per il prossimo 16 giugno.

Skipper/Team/Paese/Punti

Adam Minoprio - ETNZ/BlackMatch - New Zealand - 41
Ben Ainslie - Team Origin - Great Britain - 40
Mathieu Richard - French Match Racing Team - France - 36
Ian Williams - Bahrain Team Pindar - Great Britain - 34
Damien Iehl - French Match Racing Team - France - 32
Paolo Cian - Team Shosholoza - Italy - 31
Peter Gilmour - YANMAR Racing - Australia - 23
Torvar Mirsky - Mirsky Racing Team - Australia - 21
Sebastien Col - French Team/K-Challenge - France - 12
Bjorn Hansen - Team Onboard - Sweden - 12
Ed Baird - Alinghi - USA - 10
Francesco Bruni - Joe Fly Match Race - Italy - 8
Philippe Presti - French Team/French Spirit - France - 0
Ian Ainslie - Team Proximo - South Africa - 0
Pierre Antoine Morvan - French Match Racing Team - France - 0
Eric Monnin - Team Search.ch - Switzerland - 0
Carsten Kemmling - Germany - 0
Laurie Jury - SLAM NZ - New Zealand - 0
Park Beuong Ki - Geogi - Korea - 0

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09/06/09

World Match Racing Tour, Korea Match Cup 2009: il video della vittoria…

Osservare i festeggiamenti di un Team fa sempre piacere; basta pensare da buon sportivo quanto sforzo si cela dietro ad ogni singola vittoria ed ad ogni singolo risultato. Questa volta però è diverso, ci lasciamo alle spalle i vinti e alziamo la Coppa dei vincitori tra tuffi in mare e spruzzi di champagne.

Questa vittoria ci voleva, è arrivata in un momento giusto e determinante, sia per Paolo Cian e tutto il gruppo che lo segue nell’avventura del World Match Racing Tour, sia per tutto il Team Shosholoza, per quelli che lavorano con lo spirito del “tiriamo avanti insieme” anche non scendendo in acqua.

Non resta che goderci il video e augurarci un buon vento per la prossima tappa del circuito: la Portugal Match Cup del prossimo 16 giugno ove noi, logicamente, ci saremo.

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(Video by Sail.tv)

08/06/09

World Match Racing Tour, Korea Match Cup 2009: unico ed inimitabile. In due parole “Paolo Cian”…

Gyeonggi, Korea (7 June, 2009). Due medaglie d’oro non valgono abbastanza, o per meglio dire, non hanno valso abbastanza contro chi, con la solita dose di bravura/determinazione/coraggio, ha stretto i denti ed ha mantenuto i nervi saldi contro uno dei più favoriti dell’edizione 2009 della Korea Match Cup, evento valido per il circuito World Match Racing Tour: l’inglese Ian Williams.

L’anno scorso Paolo ci aveva raccontato (“In esclusiva per Spiritofshosholoza.com: Paolo Cian, la sua Napoli, il suo Golfo, la sua Shosholoza”) dell’evento coreano come una di quelle tappe difficili del World Match Racing Tour, una di quelle tappe dove si utilizza l’asimmetrico e si regata su barche leggere e molto invelate. Oggi, a quasi un anno da quella splendida giornata passata sui pontili della Sezione di Napoli della Lega Navale Italiana dove tutto il Team Shosholoza prese parte alla bellissima XXIVesima edizione della Velalonga, il vincitore di quell’evento, con molta molta soddisfazione, è proprio lui, Paolo Cian.

La vittoria arriva un po’ come “la quiete dopo la tempesta”, arriva come qualcosa di inaspettato ma di molto atteso e sperato, arriva come qualcosa che finalmente ci strappa un sorriso e ci mette di buon umore.

Regatando al meglio delle 3 prove per via del vento leggero, questa volta i ragazzi del Team Shosholoza non hanno deluso le aspettative ed hanno mantenuto i nervi saldi anche quando, su uno spasmodico 1 a 1 contro un Williams bravo a recuperare e a vincere il secondo match, sono riscesi in acqua con la consapevolezza di dover superare la prova finale.

Paolo ha dato il meglio in partenza scegliendo subito la sinistra ed avvantaggiandosi quanto basta per imprimere sull’inglese, già alla prima boa, un grosso ritardo.

A quel punto all’atleta plurimedagliato del Bahrain Team Pindar non restava tanto da fare, se non tentare di rientrare in regata. Purtroppo per lui però e per fortuna per noi, il ritardo accumulato dall’inglese in partenza, l’ottima condotta di regata di Paolo ed il sincronismo perfetto con tutto il Team, hanno temprato il successo ed il distacco che a fine regata, sulla boa d’arrivo, è stato di 15 secondi.

La Korea Cup è nostra ed il bagno, sia di champagne che quello nelle acque coreane, è stato fatto; non ci resta che attendere il prossimo evento, il terzo del mese di giugno (la Portugal Match Cup che parte il 16), per vedere di nuovo all’opera il nostro Paolo Cian e la sua ciurma con la speranza di fare bene così come in Korea e di portare a casa un altro brillante risultato.

Facciamo le valigie, Portugal Match Cup stiamo arrivando…

Risultati finali della Korea Match Cup 2009:

1st Paolo Cian (ITA) - Team Shosholoza
2nd Ian Williams (GBR) - Bahrain Team Pindar
3rd Ben Ainslie (GBR) - Team Origin
4th Bjorn Hansen (SWE) - Team Onboard
5th Adam Minoprio (NZL) - ETNZ/BlackMatch Racing
6th Peter Gilmour (AUS) - YANMAR Racing
7th Torvar Mirsky (AUS) - Mirsky Racing
8th Mathieu Richard (FRA) - French Match Racing Team
9th Sebastien Col (FRA) - French Match Racing Team/K-Challenge
10th Laurie Jury (NZL) - Slam NZ
11th Philippe Presti (FRA) - French Match Racing Team
12th Byeong Ki Park (KOR) - Geogi

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(Picture by WMRT)