30/04/09

33a America’s Cup: BMW Oracle Racing Team torna in Tribunale, ci mancava solo l’oltraggio alla Corte…

L’incontro dello scorso 23 aprile si è svolto nella normale e infruttifera formalità che un incontro del genere richiede. Subito dopo Alinghi, senza un fondato motivo (a detta di Brad Butterworth, “il diavolo è nei dettagli a cui gli americani non hanno pensato") e tramite un comunicato stampa, ha accettato la sfida su multiscafi lanciata proprio dagli americani nel 2007. La risposta risentita degli americani non si è fatta attendere, sottolineando subito che la data proposta dal defender (maggio 2010) va contro le disposizioni della sentenza della Corte d’Appello di NY che ha fissato, quale periodo massimo per il DOG Match, il febbraio 2010.

La diatriba è sempre più accesa; con la sentenza della Corte d’Appello di New York sembrava che le acque si fossero calmate ma ci siamo sbagliati, la tempesta si era solo placata ma non passata.

Gli americani hanno invocato “l’oltraggio alla Corte” ed ora la stessa ha emesso un ordine di comparizione nei confronti della SNG, per capire come mai il defender non abbia ottemperato a quanto stabilito dalla Corte d’Appello di NY con la sentenza dello scorso 2 aprile.

La reply della SNG e di Alinghi alla nuova azione legale avanzata dal GGYC e da BMW Oracle Racing Team non si è fatta attendere. “BMW Oracle Racing e il suo club, il Golden Gate Yacht Club (GGYC), hanno preferito appellarsi nuovamente alla corte di New York piuttosto che sedersi ad un tavolo, come peraltro erano stati invitati a fare la scorsa settimana, per discutere i termini della 33a America’s Cup. Loro hanno ignorato sia la nostra proposta di aprire la competizione ad altri sfidanti, sia il nostro invito a trovare un consenso comune sui termini della futura America’s Cup”, ha dichiarato il defender.

Sarà vero o non, l’unica certezza è che si è ritornati ad utilizzare l’unico mezzo che questi due team conoscono per comunicare: il Tribunale.

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29/04/09

33a America’s Cup: un due tre...si balla!

Sembra sia ripreso il balletto che in questi due anni, da quando è finita la 32a edizione dell’America’s Cup, ci ha accompagnato solennemente e non ci ha mai lasciato per un solo istante.

Il balletto sembra essere ripreso poiché, dopo l’incontro di Ginevra in cui la delegazione americana e quella svizzera hanno espresso le proprie intenzioni per la 33a America’s Cup, quell’accordo che pareva semplice (viste le premesse) raggiungere sembra essere totalmente saltato, dando così spazio ad una 33a edizione della Coppa sui multiscafi. Perdonatemi lo sfogo, ma sembra sempre più, che tutto ciò per cui abbiamo duramente lavorato, si sia sfocato ancora di più e che ci si sia rivoltato contro con ferocia.

“Entrambi i ragazzi hanno speso parecchi soldi per costruire i multiscafi, quindi meglio andare avanti e vedere chi vince…alla fine sei tenuto a rispondere ad ogni sfida che accetti e devi rispondere con le stesse armi. Certo, avremmo preferito una campagna multi challenge, ma non è stato possibile. Hanno (gli americani n.d.r.) semplicemente fatto andare le cose di male in peggio”, ha dichiarato Brad Butterworth.

Non credete forse sia una giustificazione un po’ troppo, per così dire, illogica, incoerente con i fatti?

Mi spiego meglio. Diventati Challenge of Record per mezzo della sentenza della Corte d’Appello di New York, gli americani di Mr.Larry Ellison, in vista dell’incontro con la delegazione svizzera di Mr.Ernesto Bertarelli, hanno espresso mettendo nero su bianco le proprie richieste, oggetto poi dell’incontro di Ginevra.

Le richieste di BMW Oracle Racing Team, così come riportate nel precedente articolo, erano molto chiare e, devo dirlo, abbastanza esaustive.

I punti proposti dagli americani riguardavano una 33a America’s Cup multi challenge gestita sulla base di un protocollo e di regole basate sul mutuo consenso da disputarsi niente di meno che a Valencia e niente di meno che, udite udite, con le AC33 delle quali Alinghi e l’ACM ne sono fautori ed ideatori.

In alternativa hanno proposto un evento tradizionale con separata selezione degli sfidanti, organizzato nella sede scelta dal defender da Louis Vuitton (qualora LV avesse accettato questo ruolo). In questo caso gli sfidanti avrebbero dovuto fornire il challenger, che sarebbe dovuto essere il vincente della Louis Vuitton Cup, e si sarebbero dovute assumere la responsabilità finanziarie e organizzative della serie.

Detto ciò passiamo all’incontro, il quale è però servito a ben poco visto che, tra lo stato di meraviglia generale (credo che il mondo della vela abbia sgranato gli occhi), la SNG, a meeting concluso, ha con un comunicato stampa rifiutato le richieste formalizzate da BMW Oracle Racing Team accettando poi la sfida sui multiscafi che gli americani stessi avevano lanciato agli svizzeri nel 2007.

La SNG ha poi precisato di essere pronta a regatare sulle loro barche 90x90 piedi per un Deed of Gift Match da tenersi nel maggio 2010 ed ha peraltro sottolineato la sua disponibilità affinché la selezione dei challenger sia aperta anche ad altri team. La scelta di quella data è però in contrasto con la recente decisione della Corte d’Appello di New York, visto che la Stessa ha sentenziato che il DOG Match dovrebbe tenersi nel febbraio 2010.

La situazione oramai sembra essere sempre più intricata, anche perché regatare nel febbraio 2010 significherebbe farlo in una località dell'Emisfero Sud; il defender non sarà comunque obbligato ad accettare visto che sempre a lui spetta, per i poteri conferitigli dal DOG, la classica scelta della località.

Quindi, come qualche articolo addietro, la parola d’ordine è “confusione” e la domanda che ci poniamo è sempre la stessa: “quanto tempo dovrà passare prima che svizzeri e americani trovino l’accordo?

La risposta non c’è, nessuno ce l’ha. Si può stimare, calcolare probabilità o addirittura ricorrere a cartomanti in erba, la risposta a questa intricatissima domanda comunque non arriverà.

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25/04/09

Pensieri al vento - A questo punto…come per la Dune Buggy…giochiamocela a birra e salsicce…!

Avrei voluto non scrivere questo articolo e non arrivare a questa drastica conclusione, sebbene tutti sapessimo che erano molto elevate le probabilità che ci ritrovassimo a parlare di Deed of Gift Match e di 33a America’s Cup su multiscafi o trimarani.

Ebbene sì, avete capito bene. Ieri a Ginevra, la delegazione americana ha incontrato quella svizzera per decidere le sorti della brocca d’argento e sembra che, nella cordialità e formalità dell’evento, non si sia trovato un accordo nonostante il fatto che gli americani, nei giorni precedenti l’incontro, avessero (tramite una missiva inviata al Commodoro della Société Nautique de Genéve, Pierre Yves Firmenich) messo nero su bianco le loro intenzioni ed i punti salienti sui quali discutere nell’incontro di Ginevra.


In particolare, da quello che apprendo dal comunicato stampa di BMW Oracle Racing Team, i punti proposti dagli americani hanno riguardato una 33a America’s Cup multichallenge gestita sulla base di un protocollo e di regole basate sul mutuo consenso da disputarsi niente di meno che a Valencia e niente di meno che, udite udite, con le AC33 delle quali Alinghi e l’ACM ne sono fautori ed ideatori.


Inoltre potranno essere adottate le regole della AC32 e un formato che garantisca un taglio dei costi; la dirigenza di AC Management dovrà essere nominata su accordo tra le parti.


In alternativa propongono un evento tradizionale con separata selezione degli sfidanti, organizzato nella sede scelta dal defender da Louis Vuitton (qualora LV accetterà questo ruolo). In questo caso gli sfidanti forniranno il challenger, che sarà il vincente della Louis Vuitton Cup, e si assumeranno le responsabilità finanziarie e organizzative della serie.


Fin’ora nulla di anticonformista e belligerante; il più conservatore sembra proprio essere quel Larry Ellison che per primo, nel 2007, ha lanciato la sfida ad Alinghi per un incontro su catamarani ed ha poi scalato a suon di piccone e carta bollata i 3 gradi della giustizia americana, con l’intento proprio di chiarire e di delegittimare l’operato di Alinghi.


E quel Larry Ellison ci è riuscito a fare luce facendo sì che il suo BMW Oracle Racing Team diventasse a tutti gli effetti il Challenge of Record.


Fatta questa breve introduzione in cui ho ripreso un po’ i preamboli all’incontro di Ginevra, devo ora, obbligatoriamente, parlare di ciò che è accaduto nell’incontro oggetto della questione.


Le parti rappresentative di uno e dell’altro team hanno espresso con toni molto pacifici le proprie idee riguardo la 33a America’s Cup, ma il patratac è avvenuto una volta che le due delegazioni si sono lasciate, quando si credeva che il peggio fosse passato.


Il defender è partito subito all’attacco, non sui campi di regata (ormai quelli sono solo un ricordo), ma sulla carta stampata che con una dichiarazione ufficiale dell’ufficio stampa ha affermato:


"
Al meeting odierno che si è svolto a Ginevra, la Société Nautique de Genève (SNG), yacht club Defender dell'America's Cup ha confermato di accettare la sfida del Golden Gate Yacht Club (GGYC) per la 33a America's Cup ed ha informato i rappresentanti dello yacht club americano che Alinghi sarà pronto a regatare sulle loro barche 90x90 piedi (come dichiarato nel Notice of Challenge del GGYC) nel 2010.

SNG ha peraltro sottolineato la sua disponibilità affinché la selezione dei challenger sia aperta anche ad altri team. SNG ha incoraggiato in questo senso GGYC ad offrire più tempo a questi team per prepararsi se necessario.

SNG ha infine affermato di essere pronta e disponibile a discutere altri aspetti della 33a America's Cup, quali il format della regata, la località e il calendario
".

Il Challenge of Record, BMW Oracle Racing Team, non si è fatto attendere ed ha subito replicato alla dichiarazione del defender:

La chiara e decisa proposta del GGYC di una Coppa America competitiva e convenzionale (multichallenger) con i monoscafi è stata rifiutata da SNG, che ha insistito per una regata in grandi multiscafi sotto le regole del Deed of Gift. SNG ha affermato che il match DOG (Deed of Gift) con GGYC dovrebbe tenersi nel maggio 2010.

Ciò in contrasto con la recente decisione e ordine della Corte di New York che affermava che il match DOG avrebbe dovuto tenersi nel febbraio 2010.
GGYC ha chiesto alla SNG di mettere la sua decisione per scritto, e spera di avere un altro incontro con la SNG al più presto per chiarire questioni relative al match DOG.

GGYC è dispiaciuto che la SNG abbia categoricamente rifiutato le sue proposte per una regata convenzionale. GGYC continuerà a negoziare in buona fede come Challenger of Record per mettere la Coppa America di nuovo in acqua il più presto possibile
".

A questo punto, come da titolo, non mi viene che esprimere il mio più profondo rammarico per questa brutta situazione che sembra sempre più senza fine. Mi chiedo una cosa (e penso a mio umil parer, visto che un accordo non si ha voglia di trovarlo, che sarebbe la miglior cosa da fare), se non fosse una buona idea, così come per la Dune Buggy in “Altrimenti ci arrabbiamo”, che le controparti formate (perché no) dal grande Brad no Spencer ma Butterworth e Russell no Hill ma Coutts, se la giocassero (la Coppa intendo e non la Dune Buggy) da buon vecchi amici a birra e salsicce…


A questo punto avremmo sicuramente, a patto di conservare e allineare gli stecchini dei wurstel per il conteggio finale, una soluzione a questa intricata, anzi intricatissima, situazione più burocratica che altro.


Penso sia una buona idea...Chissà però come la prenderebbero americani e svizzeri…sicuramente non come me, non come chi condivide la mia idea…

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(Picture by Carlo Borlenghi)



18/04/09

Pensieri al vento - 33a America’s Cup multichallenge, sempre più appesa ad un filo…

A pochi giorni dalla lettera aperta inviata alla Société Nautique de Genéve e al Golden Gate Yacht Club da parte degli ex fiduciari (ovvero dai Commodori degli yacht club che sono stati o detentori della Coppa America o l’hanno messa in palio, il Royal Yacht Squadron, il New York Yacht Club, il San Diego Yacht Club e il Royal New Zealand Yacht Squadron), dalla rescissione del contratto tra la città di Valencia e l’AC Management per lo svolgimento di alcuni Act nel 2009, l’invio di una lettera da parte di Marcus Young, Commodoro del GGYC, a Pierre-Ives Firmenich, Commodoro del SNG e una lettera da parte del Vice Commodoro del SNG, Fred Meyer, ai suoi soci (che informa gli stessi dell’avvenuta accettazione della sfida del GGYC, della invalidazione delle regole sviluppate con il CNEV e dell’intenzione di definire i dettagli della 33a Coppa America con il GGYC stesso), mi chiedo: “chi per primo utilizzerà il kit di salvataggio e metterà la parola fine a questo continuo tira e molla?, chi per primo si renderà conto che un Deed of Gift Match non può fare che male alla Coppa America, da sempre evento multichallenge?”

Questo non ci è dato sapere. La sorte di una 33a America’s Cup o, detta all’italiana, Coppa America multichallenge, sembra sempre più essere appesa ad un filo consumato e riconsumato, come una vecchia scotta che per anni ha retto un genoa panciuto che si è divertito a cavalcare le raffiche. Non possiamo sapere perché noi, gli amanti in genere della vela e della Coppa America, quelli che non fanno di ogni colpo di tromba un business, non attuiamo un tal mentalità, non rientrando così in quella pseudo società fatta di giri e rigiri di parole che non portano ad un risultato concludente.

Come dire “il rischio mi piace, ma ragionare con raziocinio mi piace di più”: stesso aforisma utilizzabile su una barca che scende giù di bolina completamente sbandata o una monoposto di formula uno che si lancia a tutta velocità verso la variante delle acque minerali nell’autodromo di Imola.

Ci chiediamo: “quanto tempo dovrà passare prima che svizzeri e americani trovino l’accordo?

La risposta non c’è, nessuno ce l’ha. Si può stimare, calcolare probabilità o addirittura ricorrere a cartomanti in erba. Forse arriverà la prossima settimana quando il meeting tra Bertarelli ed Ellison o tra i rispettivi rappresentanti si farà, forse al contrario l’incontro non servirà ad alcunché. Comunque sia, aspettiamo ansiosi qualche notizia con la speranza, almeno per questa volta, che la stessa sia abbastanza corposa e che confermi, come normale che sia quando si parla di Coppa America, il format di un evento multichallenge. Presto forse lo sapremo, alla prossima…

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10/04/09

33a America's Cup: una Pasqua di speranze...

Sebbene sia già arrivata la sentenza della Corte d’Appello di New York, e sia riiniziato il balletto Bertarelli-Ellison (multiscafi o collaborazione?), non ci si può che augurare per questa Pasqua, simbolo di Cristo risorto e luce della vita che impedisce di camminare nelle tenebre, di ritrovare la luce e la serenità per affrontare al meglio e il più proficuamente possibile i prossimi mesi che verranno.

Un augurio particolare va a tutti i lettori di Spiritofshosholoza.blogspot.com, ai tifosi di Shosholoza, a tutti i componenti del Team che, con amore e passione, lavorano col fine ultimo di vederla in acqua e a Di Meek dell’ufficio relazioni, che con i suoi avvincenti racconti sul sito ufficiale ci fa vivere emozioni che altrimenti non potremo che immaginare.

Vorrei ancora fare un grosso augurio a Paolo Cian e a tutto il gruppo del Word Match Racing Tour, con la speranza che nella prossima tappa del circuito, quella di Langenargen, Germania, dal 27 maggio al 1 giugno e in quelle successive che poi verranno, si possa fare ancora meglio di quanto già si è fatto a Marsiglia lo scorso marzo.

Come dimenticare il Comandate Sarno? Questo è stato un periodo duro soprattutto per lui, abbiamo avuto modo di capirlo nelle tante interviste che ci ha rilasciato e nell’ultimo commento alla sentenza. Cosa dire… il periodo nero dell’economia mondiale e questa Coppa ancora più incerta e mal amministrata, hanno fatto sì che anche lui, primo ed unico uomo che è riuscito a coronare una grossa ambizione, quale la Coppa America, per un Paese come il Sud Africa, vittima di continue incomprensioni e di uno sviluppo che va a rilento, sentisse l’onda della sfiducia prevalicare su quella della speranza.

Dunque, un augurio affinchè questo periodo nero possa placarsi e possa quindi passare sia la tempesta economica, sia il malumore di chi “trascorrerà i suoi prossimi mesi stando al comando della sua nave, al fine che la tempesta economica si plachi, e quando il mare tornerà ad essere calmo sarà di nuovo pronto per portare Shosholoza ai livelli che gli competono”. E noi crediamo fortemente che il Comandante Sarno ci riuscirà, esattamente così come nella 32esima edizione della Coppa America, esattamente come da quando il sogno è diventato realtà, non temete.

Buona Pasqua 2009.

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05/04/09

Pensieri al vento - “America’s Baby”?

Vorrei lasciare un piccolo commento alla sentenza della Suprema Corte di New York. Qualche mese fa, quando la battaglia tra i due "gentiluomini del mare" era già scoppiata (non sui vascelli, quelli li avevano lasciati in vetrina, in bella vista…cosa credevate…!), scrissi su questo blog che le sfide si lanciavano in acqua, si combattono a mare…sapete dove "I VERI GENTILUOMINI DEL MARE", come a me vera ZULU ha insegnato il mio Comandante, portano la passione, l'adrenalina, la voglia di varcare per primi la linea di arrivo.

Sono felice di leggere nella sentenza che i giudici si auspicano che l'America's Cup deve essere decisa in mare e non in tribunale...ma soprattutto che i due team "COLLABORINO" insieme per restituire a noi, veri amanti della vela, questa storica competizione...

Ah, un'ultima cosa: vorrei proporre al Signor Bertarelli e all'altro lì, l'americano insomma, di dar vita ad un nuovo trofeo "America's baby"…e così, magari, potrebbero lasciare a noi quello vero…che ha fatto e continua a farci sognare…che a me e a te Marco ci ha regalato troppe e tante indimenticabili emozioni...e tante ancora altre storie da scrivere…

A presto…un abbraccio a tutti i tifosi della vela..da Anna

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04/04/09

33a America’s Cup: il commento del Comandante Sarno, Team Manager del Team Shosholoza...

Ecco il commento del Comandante Sarno a questa sentenza che mette la parola “fine” a mesi e mesi di battaglie legali a suon di carta bollata e arringhe movimentate:

«Prima di ogni altro commento mi viene da dire ""Finalmente, era ora!!"". Quest’attesa ci ha logorato e soprattutto ci ha fatto disinnamorare della Coppa America. La sentenza riflette le giuste cose. In America trionfa ancora la giustizia, quella vera e non quella degli avvocati più forti. Me l’aspettavo. Pur non condividendo con Oracle il modo con cui la vicenda è stata affrontata (hanno distrutto il più bell’evento sportivo del mondo), mi aspettavo la sentenza in loro favore per una semplice ragione: Alinghi ed ACM avevano peccato di semplicismo e aggiungo arroganza nell’organizzare la tresca con gli spagnoli e non si può essere stupidi (la definizione di semplici ed arroganti insieme) in una competizione dove volano decine di milioni di euro. Ora ricomincerà il balletto: sfida a due o comune? Sono stanco ma più che altro disinnamorato della Coppa. C’è la crisi, quella vera, e la mia attenzione, il mio dovere, è essere al comando della mia nave finchè la tempesta si calmi. Che i signori multimilionari Bertarelli-Ellison si divertano pure.

Salvatore Sarno
»

Penso, così come mi sono espresso più volte in passato, che se questa lunga attesa, questa lunghissima diatriba (che ha attraversato i 3 gradi di giudizio del sistema americano), ha smorzato gli animi degli appassionati e di chi da sempre ha creduto e investito in questo importantissimo evento, sia ora essenziale e necessaria, a questo punto, una profonda presa di coscienza da parte di chi ha creato tutto questo col fine preciso di risolvere le cose nel migliore dei modi.

L’America’s Cup è una competizione universalmente riconosciuta come la più antica della storia e, come tale, deve essere degna di un roseo, prosperoso ed avvincente futuro.

L’augurio è quello di una collaborazione tra i due sindacati (Alinghi e BMW Oracle Racing Team) e tra BMW Oracle Racing Team e i challenger iscritti alla 33a Coppa America.

Solo in questo modo potremo iniziare a guardare i segnavento per capirne la direzione e continuare a sognare, come già fatto nell’ultima edizione...

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02/04/09

Corte d'Appello di New York, 2 Aprile 2009, sentenza N.25: BMW Oracle Racing è il Challenge of Record…

Con queste parole la Corte d’Appello di New York svela l’arcano: «Since CNEV has failed to show that at the time it submitted its Notice of Challenge it was a "[c]lub fulfilling all the conditions required by" the Deed of Gift, it does not qualify as the Challenger of Record for the 33rd America's Cup competition and Supreme Court was correct in declaring GGYC to be the valid Challenger of Record».

Morale della favola: è BMW Oracle Racing Team e non il CNEV, ad insindacabile giudizio dei giudici della Corte d’Appello di New York, il Challenge of Record.*

33esima America’s Cup sui multiscafi?

Oppure, come anche i giudici della Corte hanno auspicato riprendendo le parole del Deed of Gift «It falls now to SNG and GGYC to work together to maintain this noble sailing tradition as "a perpetual Challenge Cup for friendly competition between foreign countries”», lavoro comune tra SNG e GGYC per raggiungere un medesimo, concorde ed unanime risultato?

Staremo a vedere…

*il challenger of record è il sindacato che lancia per primo la sfida. Questi firma con il defender il protocollo dell'edizione successiva e rappresenta tutti gli eventuali sfidanti che man mano si aggiungono.

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01/04/09

33a America’s Cup: 2009 = ACT = PRE REGATE della 33esima America’s Cup = VALENCIA

E’ di poche ore fa una Press Release di AC Management, l’autorità che gestisce la 33a America’s Cup, annunciante di aver firmato l’accordo con la Municipalità Valenciana e il Governo Regionale della città spagnola per organizzare a Valencia le due pre regate dell’America’s Cup. La prima in programma per la fine di giugno, la seconda all’inizio di ottobre.

Se la causa legale tuttora in corso sul futuro della 33a America’s Cup si dovesse risolvere in favore di un evento multi challenge come proposto dal Defender Alinghi e dal Challenger of Record, Club Nautico Espanol de Vela, questi due eventi faranno parte della 33a America’s Cup, le cui regate si svolgeranno nel 2010.

Alinghi, il Defender e i Challenger si sfideranno a largo della spiaggia di Malvarossa cun le barche ACC Version 5.0, per due volte in pochi mesi, in una serie di regate di flotta e di match race, molto simili a quegli Act che hanno avuto tanto successo e hanno caratterizzato il cammino verso la 32a edizione della America’s Cup soltanto qualche anno fa.

Lucien Masmejan referente di ACM, ha così commentato l’annuncio: “Valencia ha ospitato uno dei migliori eventi della storia dell’America’s Cup l’ultima volta e siamo sicuri che tutto ciò potrà ripetersi. Non vediamo l’ora di ritornare in acqua con le regate di America’s Cup, e sento anche l’eco del desiderio di tutti i challenger iscritti.

Rita Barberá, Sindaco di Valencia, è molto soddisfatta: “Sono convinta del fatto che abbiamo raggiunto un accordo di alto profilo, un accordo di speranza, di orgoglio e di sfida”. La Barbera ha poi aggiunto: “La mia volontà è quella di organizzare la 33a America’s Cup e le pre regate a Valencia perché se analizziamo i ritorni e l’impatto della 32a edizione dell’America’s Cup sulla regione, osserviamo che i dati economici sono molto positivi, non soltanto per la visibilità internazionale di cui la città ha beneficiato, ma anche per la ricaduta di reali vantaggi su tutta l’economia valenciana”.

Altre novità:

Alinghi e il Club Náutico Español de Vela hanno organizzato il sesto Competitor Meeting ieri a Valencia, cui hanno partecipato tutti gli altri team iscritti. Gli argomenti in agenda erano relativi alla sistemazione logistica delle basi e ai piani per l’utilizzo delle imbarcazioni Version 5.O durante le due pre regate della 33a America’s Cup, la prima della quali comincerà il 10 luglio a Valencia. Tutti i partecipanti dopo aver lavorato a lungo nei mesi scorsi, hanno deciso di pubblicare i Regolamenti dell’evento per la 33a America’s Cup questa settimana.

Il prossimo Competitor Meeting della 33a America’s Cup si svolgerà il 28 Aprile prossimo.

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33a America’s Cup: il 2 aprile la possibile sentenza della Corte d’Appello di New York…

Più volte abbiamo letto in rete e non solo, e lo abbiamo anche detto, che l’unico modo per contrastare la possibilità che questo evento si trasformi in una discesa verso rapide senza fine, stile rafting, dimenticando che si regata a bordo di barche a vela e non di gommoni o canotti che siano, è quello di attendere l’ardua sentenze della Corte d’Appello di New York e mitigare al più presto gli effetti da essa prodotti.

A modo mio direi: primo punto, prendere di petto la sentenza (a meno che non lo si possa fare per inderogabili predisposizioni della Corte d’Appello); secondo punto, affrontare al più presto gli effetti della stessa (è di oggi la notizia di un prossimo competitors meeting in data 28 Aprile a cui credo si possa arrivare con la maturità giusta per dare risposte plausibili a chi, di dovere, pone domande); terzo punto, incentivare un concordato che possa accontentare i vari challenger e comunicare a gran voce, all’intero popolo della vela, dello sport e dei media, l’avvenuta risoluzione della controversia.

Fatto sta comunque che credevamo fosse, questa del 31 marzo, la volta buona per porre fine a questa diatriba, a questo scontro che ha tanto fatto male e martoriato questo evento. Dobbiamo ricrederci e sperare che domani 2 aprile, nel prossimo incontro della Corte d’Appello di New York, si provveda a risolvere la causa, la numero 25, tra BMW Oracle Racing Team e Alinghi.

Chissà quali sorprese ci riserverà la Corte, presto lo sapremo…

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