29/04/09

33a America’s Cup: un due tre...si balla!

Sembra sia ripreso il balletto che in questi due anni, da quando è finita la 32a edizione dell’America’s Cup, ci ha accompagnato solennemente e non ci ha mai lasciato per un solo istante.

Il balletto sembra essere ripreso poiché, dopo l’incontro di Ginevra in cui la delegazione americana e quella svizzera hanno espresso le proprie intenzioni per la 33a America’s Cup, quell’accordo che pareva semplice (viste le premesse) raggiungere sembra essere totalmente saltato, dando così spazio ad una 33a edizione della Coppa sui multiscafi. Perdonatemi lo sfogo, ma sembra sempre più, che tutto ciò per cui abbiamo duramente lavorato, si sia sfocato ancora di più e che ci si sia rivoltato contro con ferocia.

“Entrambi i ragazzi hanno speso parecchi soldi per costruire i multiscafi, quindi meglio andare avanti e vedere chi vince…alla fine sei tenuto a rispondere ad ogni sfida che accetti e devi rispondere con le stesse armi. Certo, avremmo preferito una campagna multi challenge, ma non è stato possibile. Hanno (gli americani n.d.r.) semplicemente fatto andare le cose di male in peggio”, ha dichiarato Brad Butterworth.

Non credete forse sia una giustificazione un po’ troppo, per così dire, illogica, incoerente con i fatti?

Mi spiego meglio. Diventati Challenge of Record per mezzo della sentenza della Corte d’Appello di New York, gli americani di Mr.Larry Ellison, in vista dell’incontro con la delegazione svizzera di Mr.Ernesto Bertarelli, hanno espresso mettendo nero su bianco le proprie richieste, oggetto poi dell’incontro di Ginevra.

Le richieste di BMW Oracle Racing Team, così come riportate nel precedente articolo, erano molto chiare e, devo dirlo, abbastanza esaustive.

I punti proposti dagli americani riguardavano una 33a America’s Cup multi challenge gestita sulla base di un protocollo e di regole basate sul mutuo consenso da disputarsi niente di meno che a Valencia e niente di meno che, udite udite, con le AC33 delle quali Alinghi e l’ACM ne sono fautori ed ideatori.

In alternativa hanno proposto un evento tradizionale con separata selezione degli sfidanti, organizzato nella sede scelta dal defender da Louis Vuitton (qualora LV avesse accettato questo ruolo). In questo caso gli sfidanti avrebbero dovuto fornire il challenger, che sarebbe dovuto essere il vincente della Louis Vuitton Cup, e si sarebbero dovute assumere la responsabilità finanziarie e organizzative della serie.

Detto ciò passiamo all’incontro, il quale è però servito a ben poco visto che, tra lo stato di meraviglia generale (credo che il mondo della vela abbia sgranato gli occhi), la SNG, a meeting concluso, ha con un comunicato stampa rifiutato le richieste formalizzate da BMW Oracle Racing Team accettando poi la sfida sui multiscafi che gli americani stessi avevano lanciato agli svizzeri nel 2007.

La SNG ha poi precisato di essere pronta a regatare sulle loro barche 90x90 piedi per un Deed of Gift Match da tenersi nel maggio 2010 ed ha peraltro sottolineato la sua disponibilità affinché la selezione dei challenger sia aperta anche ad altri team. La scelta di quella data è però in contrasto con la recente decisione della Corte d’Appello di New York, visto che la Stessa ha sentenziato che il DOG Match dovrebbe tenersi nel febbraio 2010.

La situazione oramai sembra essere sempre più intricata, anche perché regatare nel febbraio 2010 significherebbe farlo in una località dell'Emisfero Sud; il defender non sarà comunque obbligato ad accettare visto che sempre a lui spetta, per i poteri conferitigli dal DOG, la classica scelta della località.

Quindi, come qualche articolo addietro, la parola d’ordine è “confusione” e la domanda che ci poniamo è sempre la stessa: “quanto tempo dovrà passare prima che svizzeri e americani trovino l’accordo?

La risposta non c’è, nessuno ce l’ha. Si può stimare, calcolare probabilità o addirittura ricorrere a cartomanti in erba, la risposta a questa intricatissima domanda comunque non arriverà.

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