Aspettando la Louis Vuitton Pacific Series.
A tutti i nostri amici, fans, sponsor e collaboratori.
Auguri di un felice Natale e di un sereno e vincente 2009.
Buon vento!!!
Tanti personaggi del mondo politico, televisivo e sportivo non hanno esisato quest'oggi ad applicare sui loro indumenti il famosissimo fiocco rosso simbolo della lotta contro l'Aids.
E' passato ormai più di un mese dall'approdo del sogno chiamato Shosholoza nelle acque di Trieste dove si è disputata la 40esima Edizione della Barcolana, regata ormai storica evolutasi anno per anno fino a divenire punto di incontro e regata leader di tutto il panorama velico italiano.

Ripropongo un articolo alquanto delizioso scritto da Giuliano Luzzatto e pubblicato su 'La Stampa' ieri.
Già, la Coppa d’Autunno esercita ormai tutto il suo fascino sull’ altra coppa, la Coppa per antonomasia, l’America’s Cup. E così per la prima volta in quarant’anni, accanto alle “passere” in legno della tradizione istriana si è presentato un vero scafo di Coppa America: Shosholoza. Il team batte bandiera sudafricana ma l’anima è italianissima: chi ebbe l’idea di portare il Sudafrica in Coppa America risponde al nome di Salvatore Sarno, meglio conosciuto sui mari come Captain Sarno. Già, perché quel ragazzo che scrutava l’orizzonte da un colle sopra Nocera Inferiore, provincia di Salerno, ha poi navigato per decenni arrivando infine a dirigere la MSC Cargo da Durban, in Sudafrica. Ma Sarno non si ferma qui, perché mette in piedi una fondazione con lo scopo di istruire i bimbi che vivono nel degrado sociale, insegnando loro un lavoro e offrendo un’occasione di recupero anche attraverso la vela. Poi inventa Shosholoza (dal nome di una canzone zulu che incita alla reciproca collaborazione per raggiungere gli obiettivi comuni), la sfida all’America’s Cup, nel cui team trovano posto alcuni di quei ragazzi aiutati dalla fondazione.
E così, dopo un eccezionale settimo posto all’esordio nella Louis Vuitton Cup, il nero scafo ha conteso la scena ad Alfa Romeo sulle rive di Trieste, il lato a mare della splendida Piazza dell’Unità. Domenica mattina, sulla linea di partenza lunga oltre un miglio, era circondata da barche comuni che si avvicinavano per applaudire, tifare, fotografare, perché non c’era solo lo scafo in acqua, ma a bordo anche gran parte dell’equipaggio della Coppa America: patron Sarno, lo skipper napoletano Paolo Cian, l’espertissimo tattico Tommaso Chieffi e via via gli altri, compreso qualche esordiente, come lo stratega chioggiotto Enrico Zennaro, che trascorrerà le oltre tre ore di regata lassù a 36 metri, in testa d’albero, a scrutare le bizze di un’aria leggerissima che consentirà solo al 10% della flotta di arrivare al traguardo entro il tempo massimo di sette ore e mezza.
