11/10/04

Capitan Salvatore Sarno: una passione tutta salernitana che porta avanti lo Spirit of Shosholoza


D
: Come nasce la sua passione per il mare?

Capitan Salvatore Sarno: Sono nato a Nocera Inferiore (Salerno) e da piccolo accompagnavo mio padre, che lavorava come proiezionista, nel cinematografo locale. Ricordo bene la magia di quei momenti, la paura che le pellicole prendessero fuoco e la curiosità degli amici, che credevano che i cavalli, nel film western, fossero dietro lo schermo! Ad Acerra in mare non c'è e allora andavo ogni giorno, dopo la scuola, sulla collina più alta del paese per vederlo. Mi sedevo e fissavo per ore le navi che attraversavano l'orizzonte. Subivo il fascino magnetico dell'acqua e sentivo, allora solo istintivamente, che la mia vita sarebbe stata su quella distesa azzurra.

D: Poi si è imbarcato con la Compagnia MSC.

Capitan Salvatore Sarno: Sì, e nei vari viaggi, un giorno di 18 anni fa, ho raggiunto Durban e non l'ho più lasciata.

D: Perché una sfida sudafricana in America's Cup?

Capitan Salvatore Sarno: Perché io devo molto a questa terra e alla sua gente. Era l'occasione per ricambiare e, soprattutto, per far capire al mondo che l'Africa non è soltanto la terra delle zebre e degli elefanti ma anche un paese ricco di tradizioni e di cultura, capace di dare tanto e di fare bene.

D: Che cosa è lo Spirito di Shosholoza?

Capitan Salvatore Sarno: È il sentimento di orgoglio e di dignità che ci accompagna in quest'avventura. Siamo in Coppa America per imparare con umiltà e rispetto, nei confronti di un evento antico e nei confronti di chi ha più esperienza di noi. Ma lo facciamo a testa alta, affrontando le sconfitte con serenità e continuando a guardare avanti.

D: Quali sono gli obiettivi di Shosholoza?

Capitan Salvatore Sarno: L'obiettivo morale era quello di far conoscere la nostra sfida e i nostri valori nel mondo. E questo lo abbiamo già raggiunto. L'obiettivo sportivo è di portare la Coppa America in Africa e per questo dovremo attendere ancora un po'. Al momento ci accontentiamo di aver portato un pezzetto d'Africa in America's Cup.

D:Sono tutti innamorati di Shosholoza. É contento?

Capitan Salvatore Sarno: Molto, è bellissimo vedere quanto affetto e quanta simpatia stiamo raccogliendo.

D: Quanto durerà l'effetto simpatia, se non arrivano i risultati?

Capitan Salvatore Sarno: La nostra è una sfida all'America's Cup e dimostreremo di meritare la stima sportiva, oltre che la simpatia della gente.

D: Perché non arrivano i risultati?

Capitan Salvatore Sarno: Perché non abbiamo costanza e siamo altalenanti nelle prestazioni; perché la barca è vecchia, perché abbiamo 9 mq di tela in meno rispetto agli altri e perché stiamo formando dei ragazzi, abituati a correre in regate di circolo con le derive, al gioco del match race, su scafi di ACC. Dateci tempo.

D: Soddisfatto della prestazione nella regata contro K-Challenge?

Capitan Salvatore Sarno: Non ero a Valencia ma ho saputo che hanno fatto un eccellente lavoro, e un gybe set con quasi 20 nodi di aria. I ragazzi imparano in fretta.

D: Che cosa mi dice dell'equipaggio?

Capitan Salvatore Sarno: Geoff Meek, lo skipper, è un noto velista a livello internazionale e seppur nuovo, nel circuito di match race, sta andando benissimo. Andy Green è un ottimo tattico ed è immediatamente entrato in sintonia con i ragazzi. Ci piacerebbe avere un equipaggio rigorosamente sudafricano ma sappiamo che in alcuni ruoli chiave c'è bisogno di persone di esperienza che da noi non esistono. L'obiettivo è raggiungere il numero di 26/27 persone fisse di equipaggio, affiancando altri giovani.

D: Come vivono i ragazzi lontano da casa?

Capitan Salvatore Sarno: Cominciano a sentirne la nostalgia. Sono giovani e molti di loro non avevano mai lasciato il paese prima di Marsiglia. All'inizio erano eccitati all'idea di stare tanto tempo lontani da casa ma i sudafricani sono peggio di noi meridionali che ci portiamo il paesello nel cuore. Per questo è importante che dopo Valencia, tornino un po' a Cape Town.

D: Programmi per il 2005?

Capitan Salvatore Sarno: A novembre 2004 inizieremo la costruzione di una nuova barca per la versione 5 e la porteremo a Valencia mentre questa rimarrà a Cape Town per gli allenamenti. Per il nuovo scafo abbiamo deciso di seguire il modello di BMW Oracle Racing e di Team Alinghi. Abbiamo anche il supporto del cantiere Suthern Wind, famoso per la costruzione di super yacht in Sud Africa. Ci concentreremo molto su albero e attrezzatura (albero realizzato dall'italiano Vittorio Landolfi). Il varo sarà a marzo 2005 e speriamo di avere Nelson Mandela come padrino.

D: Qual è la situazione budget?

Capitan Salvatore Sarno: Abbiamo ancora bisogno di portare qualcosa in casa ma c'è un'importantissima compagnia sudafricana che desidera accompagnarci in quest'avventura. Spero di poter comunicare qualche buona notizia nei prossimi giorni.

Intervista di Bianca Ascenti

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