08/03/04

Shosholoza: Un Team. Una Nazione. Un sogno.


Cos’è Shosholoza? Shosholoza rappresenta un sogno, più di un sogno. Rappresenta il realizzarsi di un sogno, di un qualcosa tanto atteso e sperato che con molto ma molto lavoro, pian piano, si è realizzato.


Shosholoza è il team, sudafricano, che ha saputo superare anacronisticamente le credenze che imponevano al Sudafrica e così alle persone che abitano in questi stupendi luoghi, di non poter competere a pari punti e a pari opportunità per quello che rappresenta il trofeo più antico e importante di tutto il panorama, non soltanto velico, ma sportivo, del mondo: l’America’s Cup.


E dietro ogni grande impresa, si sa, c’è sempre un grande uomo; dietro quest’impresa, a mio parer spettacolare, c’è il grandissimo Capitan Salvatore Sarno, italianissimo trapiantato a Durban dov’è Presidente della Mediterranean Shipping Company South Africa .

A Capitan Sarno l'idea di partecipare all'America's Cup gli venne nel 1999 quando si trovava a Città del Capo per lavoro. In quell'anno si diede subito da fare per iscrivere il futuro team, ed acquistò il Royal Sea Club of Cape Town. Da questo vecchio Club ormai in disuso, fondò il Royal Cape Yacht Club, affinché la nuova imbarcazione potesse ottenere l'iscrizione alla Coppa America.


L'impresa costò moltissimo, ma Capitan Sarno potè contare sul saldo appoggio economico della MSC Crociere e di altri sponsor (quali T-Systems) che credettero nel progetto e lo finanziarono. Fu così quindi che fondò il Challenger nel 2002.

L'imbarcazione prese il nome di Shosholoza ed esordì negli act primo di Marsiglia nel 2004.


Da questo breve ma incisivo sunto potremo in qualche modo definire il carattere di Capitan Sarno: fermo e forte, un uomo a cui piacciono le sfide. Tanto fermo e forte da non indietreggiare nemmeno di un passo di fronte a chi sorrideva pensando alla sua idea del Challenger sudafricano.

D’altronde si sa, la passione per qualcosa che si ama profondamente preavalica su qualunque scetticismo.
E questo è il caso di Shosholoza, primo team africano nella storia della competizione, il cui nome è già tutto un programma. Letteralmente significa infatti “vai avanti” e si rifà ad un’antica canzone da lavoro cantata dai minatori sudafricani.

Il logo del team, è invece un tributo alle tribù locali e ai vibranti colori della bandiera nazionale.
Ad un'intervista in cui a Capitan Sarno chiedevano il perchè di un Challenger sudafricano egli disse: “abbiamo iniziato quest’avventura per mostrare al mondo il nuovo volto della democrazia sudafricana, per dimostrare che l’Africa non è solo la terra di zebre ed elefanti, ma un paese ricco di cultura, passione e tradizioni. E l’America’s Cup era l’occasione perfetta per fare tutto ciò, tanto che per arrivarci abbiamo cominciato a costruirci la barca da soli, incoraggiando ogni singolo a dare il massimo contributo, onorando l’integrità personale e l’onestà”.

Molti dei membri dell’equipaggio, capitanato dagli italianissimi Tommaso Chieffi e Paolo Cian, sono usciti dalla Izivunguvungu MSC Foundation, una scuola di vela finalizzata al recupero dei ragazzi di strada.

“Tutti giovani” dice il fondatore Ian Ainslie, stratega del team “pieni di motivazioni ed energie che probabilmente mancherebbero a tanti coetanei della media borghesia, distratti dai giochi e dalla televisione.”

Per tutti Shosholoza è dunque un sogno, quello africano, a cui tutti possono prendere parte, perché altro non è che la dimostrazione che se persone brave, oneste e libere da ogni pregiudizio razziale riescono a costituire un team di America’s Cup, allora nulla è impossibile.

Un successo completo, quindi, che ha convinto Capitan Sarno a promettere da subito il ritorno nella prossima Coppa. Perché, come tutti i sogni, anche quello di Shosholoza merita di continuare e trasformarsi in una bellissima realtà.

"Questo sito nasce dal profondo del cuore;
Nasce dall'amore e dalla passione;
Nasce dalla condivisione di valori comuni a tutto il Team.

Tutti coloro i quali credono che è possibile cambiare e crescere anche avendo budjet limitati, meno esperienza, tanti problemi, condivide uno spirito che nessun altro ha, uno spirito che bisogna sempre conservare e custodire con cura.
Ed è questo il messaggio che tentiamo di lanciare: mai scoraggiarsi ma lottare e sacrificarsi; lottare e sacrificarsi sempre affinchè tutto il mondo possa comprendere cos'è lo 'Spirit of Shosholoza', cosa c'è dietro, e possa sperare e credere negli stessi valori in cui noi crediamo.
Siete nel posto giusto al momento giusto, lo 'Spirit of Shosholoza' saprà contagiarvi e farvi emozionare.
Buona lettura."
M.C. Spirit of Shosholoza Administrator

"Insieme abbiamo qualcosa di più grande, qualcosa di più forte che gli altri non hanno. Non dobbiamo cambiare perchè nel momento in cui cambiamo, nel momento in cui pensiamo ai grandi capitali, siamo finiti". (Capitan Salvatore Sarno)

0 commenti:

Posta un commento