08/03/09

Un caffè col Comandante Sarno: bilancio di fine Louis Vuitton Pacific Series...

D: Comandante in questa prima domanda vorrei chiederLe, se possibile, di farmi un piccolo resoconto sui passati Louis Vuitton Pacific Series. Nel mio ultimo articolo (facente parte della rubrica “Pensieri al vento” ed intitolato “Perdere è una cosa, perdere con onore ne è un’altra”) ho scritto che, a mio parere, ciò che in questo evento è mancato a Shosholoza è stato un plus, un piccolo plus che gli abbia consentito di portare a casa risultati più soddisfacenti e che, i match contro Luna Rossa e contro Alinghi, ne sono stati una chiara dimostrazione. Secondo Lei cosa è mancato?

Comandante Salvatore Sarno: A sentire il mio equipaggio africano, Paolo Cian ed addirittura Bruno Troublè che ho avuto il piacere di avere al telefono, è mancato il Comandante Sarno, il suo carisma, il suo modo di risollevare gli animi quando le cose vanno male e motivare il team. Questo mi ha fatto stare veramente male perché come al solito ho sottovalutato il mio ruolo di leader pensando che con Paolo al comando tutto sarebbe stato lo stesso. Il risultato è che l`ho sovraccaricato di responsabilità e quando gli è mancato il supporto morale, che da me ha sempre avuto, è crollato tutto. Non mi perdonerò mai di non essere stato presente ma nella vita bisogna saper fare delle scelte. Scegliere di rimanere a Durban, al comando della mia organizzazione in un momento molto delicato dello shipping, quando bisogna dimostrare con l’esempio che c’è bisogno di uno sforzo comune per superare quest’enorme crisi che ha investito anche il nostro settore, è stata la scelta giusta. Non si può chiedere agli altri e poi andare a fare "yachting", anche se si tratta della Coppa America.

D: In che modo e in quale ottica si sta adoperando per il futuro ed in particolare per i prossimi eventi di Valencia?

Comandante Salvatore Sarno: Ci vorrebbe la palla di cristallo e non solamente per Team Shosholoza ma per tutti e proprio tutti. Se ne riparlerà a fine aprile.

D: E’ del 30 gennaio la formalizzazione di nuove regole di classe che, salvo disposizioni contrarie da parte della Corte Suprema di New York, potrebbero essere quelle valide per la 33esima edizione dell’America’s Cup. Come reputa queste regole e cosa pensa di questa imbarcazione?

Comandante Salvatore Sarno: Le nuove regole non sono state ancora definite. Probabilmente si sta aspettando la sentenza e non mi meraviglierei se fosse tutto rimandato e che anche questa barca vada poi a tener compagnia all’AC90 del 2007.

D: Nella nostra precedente intervista dicemmo che nell’ipotesi in cui i parametri fossero stati definiti a fine gennaio (così com’è successo), sarebbero stati poi necessari almeno 6 mesi di lungo ed intenso lavoro, affinchè si potesse arrivare ad un disegno (non definitivo) della nuova imbarcazione. Dopodichè sarebbero stati necessari altri 6/7 mesi per la costruzione, arrivando così, inevitabilmente, al mese di maggio-giugno del 2010. Questo per dire che, se le regole fin’ora definite (quelle dell’AC33) divengano definitive, i tempi sono più che stringenti. Qual è la situazione attuale e Alex Simonis, designer di Shosholoza, si sta già adoperando per la progettazione della nuova Shosholoza?

Comandante Salvatore Sarno: Ripeto che i parametri non sono ancora definiti del tutto e quindi nessuno può cominciare la progettazione. In parole povere è già troppo tardi per pensare al 2010 esattamente come ti avevo anticipato a dicembre. Il mondo è in crisi e nessuno, tranne i due protagonisti (forse ma non è sicuro), può permettersi di mettere a budget dei milioni di euro per sponsorizzare la Coppa America. Quindi che sia chiaro, benché tutti hanno l’intenzione di cominciare, nessuno ha i mezzi a disposizione per ingaggiare un design team e cominciare, ammesso che i parametri di classe siano "tutti" definiti e, come ti ho detto, non è il caso.

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