16/02/10

Un caffè col Comandante Sarno: presente e futuro della Coppa America.

Abbiamo raggiunto il Comandante Sarno a Durban, Sudafrica, per qualche domanda inerente la 33a America’s Cup da poco conclusa e per conoscere qualche aspettativa per il futuro. Ecco di seguito l’intervista.
 
D: Comandante Sarno, questa 33a America’s Cup è stata caratterizzata da un predominio indiscusso e senza precedenti del team americano BMW Oracle Racing che, con il suo trimarano, espressione di un concentrato di tecnologia, non ha dato scampo al Defender Alinghi e al suo catamarano, strappando la Coppa dalle mani degli elvetici. Si aspettava che la 33a edizione della Coppa potesse concludersi con questo risultato?
 
Comandante Salvatore Sarno: Quest’edizione si è conclusa come si doveva concludere: ancora una volta il più grande marinaio di tutti i tempi, Russel Coutts, ha vinto.
Penso senza ombra di dubbio che l’albero alare e tutto il resto sia opera dell’intuizione di Russel. Se non sbaglio la teoria dello spazio tra l’albero e la vela fu sperimentata dai francesi penso alla 30ma edizione ma l’albero venne giù quasi subito e l’esperimento non trovò conferma. Questa volta con il budget a disposizione e con Russel si è potuto andare ben oltre ed il risultato è lì. Sempre con Coutts, Alinghi aveva un vantaggio enorme su tutti gli altri e gli era bastato fare delle piccole migliorie per vivere ancora d’eredità.  Il suo catamarano era un semplice catamarano, niente di eccezionale, Peyron e co. non potevano fare meglio. Penso invece che Ellison e Coutts pensavano al mostro da prima della conclusione sella 32ma edizione della Coppa, ecco perché avevano subito presentato il Challenge per una barca 90x 90.
 
D: Cosa pensa e cosa si augura che possa nascere dall’organizzazione di BMW Oracle Racing per la prossima edizione dell’evento?
 
Comandante Salvatore Sarno: La Coppa America è ormai una regata principalmente a match race e tale rimarrà. Oracle sarà tradizionale.
 
D: Trenta mesi di dispute legali hanno distrutto tanti progetti e tante ambizioni, erette sulla voglia di fare e fare bene, di tanti team che progressivamente hanno abbandonato il circus dell’America’s Cup. Ora questi trenta mesi possono dirsi passati e con essi, si spera, tutte le dispute legali che hanno bloccato l’evento in questi anni. C’è qualcosa che bolle nel calderone del Team Shosholoza e se c’è qualcosa, sarebbe disposto a darci un’anteprima?
 
Comandante Salvatore Sarno: Shosholoza è rimasta a Valencia aspettando gli eventi. Anche se mi fa paura la sfida mi attrae ancora ma c`è tempo, per il momento vediamo cosa succede.

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